Dopo aver trattato il regime delle precipitazioni nel precedente articolo (www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12797), vediamo ora l’elemento che maggiormente caratterizza il clima di una località, ovverosia la temperatura.
Temperature
La temperatura è spesso molto alta d’estate all’interno di questo “blocco unico” (fino ai 35 gradi in media per il mese più caldo) e soprattutto essa subisce escursioni più forti d’estate che d’inverno (e così si raggiungono mediamente 45°C di massima e 25°C di minima per il mese più caldo d’estate). Sono queste tra le zone che registrano le temperature più alte del mondo (circa 58 gradi il record assoluto, peraltro molto discusso, ad Azizia in Libia); invece sulle coste del Mediterraneo esse subiscono una diminuzione per l’effetto mitigatore dell’acqua oltre che a causa della latitudine più settentrionale (tra 24 e 28 gradi le medie del mese più caldo). Le coste del Mar Rosso e del Golfo Persico abbinano la forte calura identica al deserto del Sahara con l’alto tasso di umidità.
L’inverno invece è spesso mite sia sulle coste che nell’interno (dai 10 ai 15 gradi sul Mediterraneo e dai 13 ai 23 sulle coste della penisola Arabica). Le escursioni però sono molto più forti nelle zone dell’interno rispetto alle zone costiere, dando così la possibilità alla presenza di giorni di gelo, che a volte possono risultare frequenti (oltre alle montagne, ciò succede soprattutto nel Deserto Siriaco o “badiyat ash Sham” tra Siria, Iraq, Giordania e nord Arabia).
Altri elementi del clima
L’umidità relativa è spesso bassa nei Paesi Arabi, ma rimane di solito alta sulle coste, dove viene abbinata alla calura estiva rendendo l’ambiente soffocante per l’uomo rispetto alle zone un po’ più interne, che malgrado il fatto che conoscano temperature più alte, sono più secche e quindi più sopportabili dall’uomo (ma non dalla vegetazione naturalmente) .
Il soleggiamento è dappertutto intenso ma lo è maggiormente nei deserti rispetto al Mediterraneo o alle zone tropicali. Si sfiorano o si oltrepassano infatti le 3000 ore di sole l’anno un po’ dappertutto.
Buona parte di queste zone conoscono le forti tempeste di sabbia, fenomeno riscontrabile nei deserti ma non solo. A volte esse si protraggono dal Sahara fino al Mediterraneo alzando la temperatura in modo brusco e rendendo l’aria molto secca e polverosa. Questo è quello che succede ad esempio con i venti Khamsin provenienti dall’Egitto e che colpiscono il levante in primavera (Khamsin, cinquanta in arabo, cioè il periodo in cui c’è la possibilità di riscontrare questo vento); idem per “ash shluq”, “vento dell’est” nel levante, “ash Shamal”, “il vento nordico” in Iraq, “As Sumum”, “il vento dei veleni” in Arabia Saudita.
Al termine di questa introduzione ai climi del “mondo arabo”, si può dire, che anche se risulta vera la predominanza dei climi aridi e semi-aridi, non mancano le eccezioni (che confermano la regola!). Esse riguardano soprattutto il clima mediterraneo e quelli di montagna oltre ai climi tropicali del sud. E se in certe zone la vita è diventata possibile in pieno deserto solo tramite la presenza di grandi fiumi che nascono al di fuori di queste zone aride (il Nilo in Egitto che proviene dal Lago Vittoria, il Tigri e l’Eufrate in Iraq che nascono dalle montagne nevose della Turchia), altre zone hanno visto nascere città moderne in pieno deserto e con climi aridi e quindi caldissimi d’estate, per usufruire della presenza della nuova risorsa vitale che è il petrolio (prevalentemente nei paesi del Golfo Persico).
Il clima dei Paesi Arabi – Parte I
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12797