Parlare del tempo che fa conduce quasi automaticamente a pensare ai fenomeni connessi alle dinamiche dell’atmosfera, sia naturali sia introdotti dall’uomo. Il clima è in fondo una rappresentazione media, una sorta di iconema fluttuante, il quale in un colpo d’occhio percepisce e fa percepire l’andamento storico del tempo e contemporaneamente imbastisce una previsione per il futuro.
Il cittadino che pedala nella corsia riservata ai ciclisti e i licheni che vivono stabilmente da molti anni sulle cortecce dei tigli dello stesso viale, avranno un rapporto diverso con il clima e con gli inquinanti. Noi ci muoviamo attraversando diverse situazioni ambientali, cosicché incontreremo, magari anche nello spazio di poche ore, diversi microclimi, climi locali, meso e macroclimi. Per i vegetali invece esiste solo il microclima nel quale conducono l’intera esistenza.
Il clima si può definire come l’insieme delle caratteristiche statisticamente permanenti del tempo meteorologico. E’ perciò una situazione media determinata da fattori statici sia dinamici che interagiscono nel tempo e nello spazio. La percezione climatica che ogni individuo ha, è il risultato dell’articolazione e dello sviluppo, spesso inconsapevole, di una idea complessa. Di questo si occupa la scienza, ma anche giustamente ogni persona, cosicché l’idea di clima può essere il risultato della memoria del singolo individuo, che ha avuto esperienze normali e straordinarie (andamento stagionale locale, siccità, eccezionali gelate, piogge torrenziali ecc.) immagazzinando dati meteo per tutta la vita. A queste sensazioni si possono aggiungere ormai anche le esperienze d’inquinamento dell’aria vissute giorno per giorno, con la consapevolezza che anche esse sono clima.
Il macroclima è la situazione media che si determina in una ampia regione. Ad esempio in Italia vi sono almeno sei macro climi principali. Le Alpi presentano al loro interno diversi climi. Ad esempio sul fondo valle dell’Alto Adige prevale il tipo climatico centroeuropeo di bassa quota, continentale fresco, mentre salendo lungo il piano montano si instaura gradualmente il clima continentale freddo. La dimensione è di migliaia di chilometri quadrati e nel suo insieme presenta delle notevoli diversità, anche decisive, se pensiamo alla presenza di eventuali inquinanti, la loro concentrazione ed anche alla presenza dei bioindicatori statici (es. piante, licheni).
Il mesoclima viene definito anche come clima di bacino e si sviluppa su una lunghezza lineare orizzontale di metri/chilometri e centinaia di metri in verticale. Ad esempio l’insediamento cittadino, il fiume che attraversa l’abitato, le quinte verdi, le zone agricole ed i parchi, i pendii dei rilievi più vicini sono il luogo geografico ove si realizza il mesoclima. Anche una formazione forestale di piccole dimensioni si presta come esempio: un bosco di forra (bosco fluviale in una piccola e stretta valle).
Il clima locale viene percepito quotidianamente da chi effettua spostamenti minimi, ad esempio da quartiere a quartiere, dalla periferia al centro città. Nell’ambiente alpino, a causa della presenza dei rilievi, risulta determinante anche la variazione di quota. D’inverno accade spesso di notare l’inversione termica (aria più fredda a contatto con il suolo) salendo solamente di 100/150 metri dal fondo valle. In termini climatici e di concentrazione degli inquinanti dell’aria è subito evidente il confine climatico. Tale fenomeno si protrae per settimane/mesi in modo determinante per gli organismi viventi.
Il microclima è una struttura climatica isolata, ben definita e limitata, che coinvolge in genere gli strati d’aria prossimi al suolo. Il microclima ha a che fare con le altre dimensioni climatiche, ma presenta una propria irriducibile identità. Ad esempio un tronco d’albero può presentare diversi microclimi: la corteccia esposta a Nord-Est, al di sotto della chioma, si trova all’interno di un preciso microclima. E questo i licheni, i muschi e le felci lo sanno. L’angolo del giardino condominiale in ombra, il terrazzo del secondo piano esposto ad Ovest, presentano altrettanti microclimi. L’esperienza quotidiana ci fa percepire di solito i fenomeni del clima locale e del mesoclima mentre attraversiamo inconsapevolmente molteplici microclimi.
La presenza degli inquinanti ed i loro effetti sono legati e determinati da queste diverse strutture climatiche. Ad esempio i licheni rifuggono il lato dell’albero rivolto verso la strada e si insediano al riparo dalle polveri e dalle eccessive escursioni termiche. Oppure, potendo scegliere, noi ci sediamo su una panchina al bordo di una strada trafficata oppure all’interno di un parco?
Anche una quinta verde (siepi alte e fitte) oppure un alto muro di recinzione sono in grado di creare un microclima e di contrastare, almeno parzialmente, l’invasione degli inquinanti.