Il ciclone d’Islanda è una depressione semi-permanente da cui nascono le perturbazioni che portano le precipitazioni sull’Europa occidentale. Durante i mesi invernali è alimentata da aria polare fredda che contribuisce a ridurre il minimo di pressione al suo interno e ad amplificare il gradiente barico con le zone circostanti, soprattutto quelle a sud dove domina l’Anticiclone delle Azzorre.
Il forte gradiente barico è all’origine dei venti tempestosi che spesso percuotono il Nord Atlantico durante la stagione invernale.
Quest’anno, lo abbiamo evidenziato più volte, il ciclone (o depressione) d’Islanda, è particolarmente attivo ma è rimasto per quasi tutto il mese nei suoi territori d’origine, causando a più riprese forti tempeste sul Nord Europa: anche oggi il vento sulle Highlands scozzesi ha superato i 150 km/h, ma raffiche attorno ai 100 km/h si sono verificate anche a bassa quota in tutte le Isole Britanniche. Dall’inizio del mese sulle Highlands quasi tutti i giorni il vento ha superato la soglia dei 100 km/h, e in un paio di casi anche quella dei 200!
Prima di Natale il Ciclone d’Islanda diventerà ancora più profondo, e secondo la previsione odierna del modello GFS, la mattina della Vigilia raggiungerà una pressione minima di 932 hPa! Non è un record, perché nel dicembre del 1986 la pressione scese fino a 916 hPa, ma è un minimo profondissimo comparabile a quello di un forte uragano tropicale!
Non è nemmeno la prima volta che il Natale del continente europeo viene spazzato dalle tempeste atlantiche. Durante le feste natalizie del 1999 due tempeste, Lothar e Martin, spazzarono l’Europa centro-occidentale, causando immensi danni materiali e decine di vittime. Venti con forza da Uragano si fiondarono su Francia, Germania e Svizzera, all’aeroporto di Parigi-Orly si misurò una raffica a 157 km/h e sui monti di Svizzera e Germania si superarono addirittura i 200 km/h.
Si ripeterà una situazione simile? Senza fare allarmismo, le eventuali allerte verranno emanate, se sarà il caso, dai servizi meteo nazionali, non vi è dubbio che il vento soffierà molto forte, con velocità superiori ai 100 km/h su diverse zone dell’Europa occidentale e che potrà creare disagi soprattutto ai collegamenti aerei ma, chiariamolo subito, l’Italia rimarrà ai margini e subirà soprattutto gli effetti piovosi e nevosi della perturbazione nord-atlantica. I Paesi più colpiti si prevede possano essere Irlanda, Gran Bretagna, Francia, Benelux, Germania, Danimarca e Spagna atlantica.
Nelle mappe che seguono, del vento alla quota isobarica di 850 hPa (circa 1300 metri), nei colori dal rosso tendenti al viola e al nero si evidenziano le zone che saranno battute dai venti più forti, che appunto a tale quota potranno superare i 40 m/s, ovvero circa 150 km/h. Entro la mattina di Natale la tempesta tenderà ad esaurire i suoi effetti maggiori, ma due giorni dopo una nuova tempesta potrebbe essere già pronta a colpire Francia atlantica e Isole Britanniche.