Il vento di chinook è un vento di foehn, quindi caldo e secco, osservabile nell’entroterra del “West” dell’America del Nord, dove le praterie canadesi e le grandi pianure statunitensi terminano e iniziano le Montagne Rocciose. Questo vento prende nome dal territorio degli indiani Chinook (il basso corso del fiume Columbia), che si trova, per coloro che lo “battezzarono”, nella direzione da cui il vento proviene. Lo stesso termine è infatti utilizzato per indicare, su parte della costa della British Columbia e nell’area del Puget Sound, un vento caldo e umido da sudovest, che in realtà è quello stesso vento che si ritrova poi, “asciugato” dal suo contenuto di umidità attraversando i vari crinali montuosi, più a oriente.
Il chinook è un autentico vento mangia-neve, capace com’è di far sparire in una giornata oltre 30 cm di neve. La neve in parte fonde, in parte evapora a causa dell’aria molto secca. Inoltre, fiumi e laghi ghiacciati possono veder ridurre lo spessore del ghiaccio di 2,5 cm in un’ora. Quando il chinook è particolarmente caldo e intenso, la neve scompare con rapidità quasi incredibile. Il 25 febbraio 1986 a Lethbridge un manto nevoso di 107 cm sparì in sole 8 ore, sotto l’impeto di un chinook che raggiunse i 166 km/h nelle raffiche.
Il chinook, in inverno, fa crescere la temperatura non di rado da -20°C a +10°/+20°C in poche ore. Quando l’episodio di chinook termina, in genere le temperature precipitano altrettanto rapidamente ai valori precedenti l’insorgere del vento.
Un episodio quasi incredibile di chinook avvenne il 15 gennaio 1972 a Loma, nel Montana, quando in poche ore la temperatura passò da -47° a +9°C, la più consistente variazione di temperatura mai registrata sull’arco di 24 ore. Ugualmente clamoroso l’incremento di temperatura di 33°C in un’ora che si registrò a Pincher Creek nel 1962. A Calgary, l’11 gennaio 1983 la temperatura salì da -17° a +13°C in 4 ore. A Spearfish, in Sud Dakota, il 22 gennaio 1943 il termometrò salì da -20°C a +8,3°C in soli 2 minuti.
Accennavamo sopra che viene chiamato chinook anche un vento con caratteristiche differenti, che soffia sulle coste della British Columbia (Canada sudoccidentale) e del “Pacific Northwest” (stato di Washington, USA). Qui, a occidente delle Montagne Rocciose, il chinook è ancora un vento caldo, ma umido, da sudovest, che porta piogge e neve in montagna
Il chinook soffia con particolare frequenza e intensità nell’Alberta meridionale, specialmente tra Pincher Creek e Lethbridge, attraverso il Crowsnest Pass, dove vi sono in media 30-35 giorni di chinook ogni anno. Il chinook diventa sempre meno frequente procedendo verso sud negli USA, come pure, procedendo verso nord, a settentrione di Red Deer, tuttavia episodicamente può soffiare a nord fino a Fort St.John, nel nordest della British Columbia, a sud fino ad Albuquerque, nel New Mexico.
Negli inverni in cui il chinook soffia con particolare insistenza, le temperature medie dell’Alberta meridionale diventano simili a quelle della costa della British Columbia, l’area canadese con gli inverni più miti. La presenza frequente del chinook fa si che la neve sia presente al suolo in quantità modesta o del tutto assente. Calgary, metropoli dell’Alberta ai piedi delle Montagne Rocciose, spesso battuta dal chinook, ha il 59% di probabilità di avere un “Bianco Natale”. In Canada, solo la costa della British Columbia e l’estremo sud dell’Ontario hanno minore probabilità di neve al suolo per Natale.
A Lethbridge, il chinook può superare, nelle raffiche più intense, i 120 km/h, raggiungendo quindi intensità da uragano. In un episodio storico di chinook, il 19 novembre 1962, fu registrata una raffica di 171 km/h.
Un effetto spettacolare del chinook è il “chinook arch”, una banda di nubi stratiformi stazionaria che appare sopra i crinali montuosi, causata dal sollevamento orografico. A coloro che non hanno familiarità con il chinook, il “chinook arch” può apparire come una minacciosa nube tempestosa. In realtà, raramente essa produce pioggia o neve, crea invece spesso le condizioni per spettacolari albe e tramonti.