Negli ultimi giorni il cuore dell’alta pressione, sinonimo di stabilità e bel tempo, ha calato un po’ la guardia sul bacino centrale del Mediterraneo, arretrando di conseguenza verso latitudini più meridionali. Ne hanno approfittato correnti occidentali d’origine atlantica che, in seno ad una modesta onda di bassa pressione, hanno portato condizioni favorevoli a cospicui temporali, inizialmente al Nord, ma poi fugaci anche su alcune zone del Centro-Sud.
Non ci sono stati veri e propri transiti perturbati organizzati, ma solo temporali a macchia di leopardo, in qualche caso assai degni di nota. L’instabilità si era già iniziata a sviluppare sul finire della scorsa settimana soprattutto sulle zone alpine centro-occidentali ed in Liguria, per i primi spifferi di correnti sud/occidentali, nient’altro che l’avanguardia della saccatura con asse in quel momento disposto sull’Europa Occidentale.
Ma vediamo alcuni degli eventi più significativi accaduti nelle ultime 48 ore: l’apice di questa parentesi instabile si è avuta nella giornata di lunedì 10 Agosto, momento nel quale l’onda ciclonica nord-atlantica si è portata in prossimità delle nostre regioni settentrionali. L’aria più fresca atlantica si è incuneata anche in Val Padana, creando i presupposti per un sollevamento forzato della massa d’aria più calda ed umida adagiata al suolo. Si sono così generati forti moti verticali con la conseguente formazione di svariate celle temporalesche. In base ai dati della Rete Meteo Nazionale, sono caduti ben 43,0 mm sull’aeroporto di Milano Linate e 23,2 mm all’aeroporto di Torino Caselle.
I temporali più intensi hanno colpito, nel pomeriggio di lunedì, l’Appennino Ligure ed Emiliano, ma con sconfinamenti anche verso le zone di pianura. Sulla zona est di Modena il temporale si è scatenato intorno alle 16.30, accompagnato da fortissime raffiche di vento che hanno scoperchiato un vecchio capannone, tanto che una sottocopertura di materiale isolante si è schiantata sulla strada. Solo per puro caso non ci sono stati danni alle persone o alle auto, che transitavano in quel momento. Il nubifragio è stato breve, ma in meno di un’ora sono caduti 20 millimetri di pioggia (sufficienti per causare allagamenti in alcune zone), mentre la grandine è caduta con maggiore intensità sulla fascia pedemontana.
L’area temporalesca più intensa si è poi portata anche verso la Romagna e le Marche, con temporali che hanno investito non solo le zone interne appenniniche, ma anche Forlì (dove si è abbattuta una violenta grandinata, con cumulato pluviometrico complessivo di 21 mm), Ancona ed in particolare la zona di Fano (PU): su quest’ultima località, il nubifragio temporalesco ha colpito con forte violenza causando ingenti allagamenti, alberi abbattuti nella sede stradale, vetrine di negozi andate in frantumi. La causa di questi danni è da attribuire alle violentissime raffiche di vento generate dal nucleo temporalesco, piuttosto che da vere e proprie trombe d’aria come spesso erroneamente viene riportato dai mezzi d’informazione.
Problemi anche in mare sull’Adriatico, sempre nel pomeriggio di lunedì: una piccola imbarcazione da pesca è infatti affondata al largo della costa di Senigallia (AN), ma per fortuna i due marinai dell’equipaggio sono stati tratti in salvo. All’origine della disavventura vi sarebbe proprio una mareggiata causata direttamente dal transito di un nubifragio sulla zona. Nella notte fra lunedì e martedì un colpo di coda dell’instabilità ha interessato parte del Triveneto, come dimostrano chiaramente i 21 millimetri caduti ad Aviano (PN), i 18 di Trieste ed i 13 di Venezia Tessera, ma accumuli di oltre 30 millimetri sono stati censiti sull’alto vicentino.
Cos’è accaduto poi nel corso della giornata di ieri, martedì 11 Agosto? I temporali hanno preso vita lungo la catena appenninica centro-meridionale, risultando più diffusi ed intensi tra Basilicata, Alta Calabria e Puglia. Su queste zone non sono mancati sconfinamenti fin sulle zone costiere con particolare riferimento al Golfo di Taranto, poiché le celle temporalesche sono state sospinte da correnti settentrionali in quota. Tempo invece buono su Calabria meridionale, Sicilia e Sardegna, seppure su quest’ultima con qualche nube alta stratiforme. Le Isole Maggiori non hanno risentito granché di questo passaggio d’aria instabile ed anzi sono state maggiormente interessate dalla risalita d’aria calda, senza particolari interazioni con quella più fresca atlantica: nella giornata di ieri sono stati raggiunti ben 38,8°C a Decimomannu (CA) e +36,8°C all’aeroporto catanese di Sigonella.