Anticiclone a braccetto con i temporali Nulla di più normale in estate, almeno per quanto concerne le aree montuose e limitrofe. Siamo d’altronde in un trend pressoché estivo, sebbene ancora in pieno maggio. La scarsa robustezza dell’anticiclone in quota è fra i fattori maggiormente incentivanti per le aree temporalesche, dato che viene a crearsi quel mix ideale di contrasto fra gli spifferi d’aria fresca in quota ed il forte riscaldamento al suolo, dettato dall’azione solare ormai incisiva.
I geopotenziali non particolarmente elevati lasciano così un po’ di spazio ai moti convettivi, senza soffocarli. Nelle ultime ore sono molti i focolai temporaleschi che si sono scatenati sulla dorsale centro-settentrionale appenninica, dall’Abruzzo fino all’entroterra ligure, sconfinando in parte verso la fascia costiera, in particolare sulle Marche. Rammentiamo che lo spostamento di queste celle temporalesche avviene in virtù della direzione delle correnti in quota, che si presentano quasi ovunque di debole intensità. In genere, quello che arriva sulla costa è la parte scarica del temporale, costituita dalle incudini ghiacciate del cumulonembo.