Piogge torrenziali hanno investito il sud del Giappone all’avvicinarsi del tifone Tokage. Miyazaki, situata sulla costa est di Kyushu, l’isola più meridionale tra quelle dell’arcipelago, ha ricevuto 52 mm nelle 12 ore precedenti le 12 GMT di martedì 19 ottobre. Questo porta il totale in 36 ore a 188 mm (136 mm erano caduti il 18 ottobre), non lontano dalla media del mese di ottobre, che è 210 mm. Tale media è stata ampiamente superata se allarghiamo l’analisi alle 48 ore, visto che tra le 12 e le 24 del 19 ottobre a Miyazaki sono arrivati altri 185 mm (373 mm in 48 ore, quindi). Altri accumuli significativi del 18 ottobre: Owase (venti giorni fa alluvionata da Meari) 58 mm, Oita 58 mm. Queste intense piogge, tutte in località sottoposte a stau da est, sono da ascrivere alle bande nuvolose periferiche al tifone vero e proprio. Sempre il 18 ottobre, i 69 mm di Naha, Okinawa, e i 93 mm di Tanegashima, su una delle più settentrionali tra le isole Ryukyu, sono invece da ascrivere alle nubi associate direttamente al tifone.
Come abbiamo detto, a Naha, su Okinawa (una delle isole centrali, e forse la più famosa, dell’arcipelago delle Ryukyu) sono caduti 69 il 18 ottobre. Martedì 19 le piogge sono state ancora più intense e persistenti, con pressione scesa a 953 hpa alle 5 GMT (alle 15 era già risalita a 991), quando il tifone è passato molto vicino all’isola, come si può vedere dall’immagine satellitare che accompagna questo articolo. Il vento, fino a quell’ora da est poi da NNE (39 mph alle 1 GMT), è ruotato, dopo il passaggio dell’occhio, da NW, poi da WNW, toccando 54 mph alle 9 GMT. Alle 21 GMT era calato a 31 mph (da NW), con raffiche a 47 mph.
Avvicinandosi al Giappone il tifone si è indebolito. Lunedì pomeriggio, ora EDT, quando era centrato ancora 150 miglia a sud-sudovest di Naha e si muoveva verso nord a 7 miglia orarie, era accompagnato da venti ancora sulle 105 miglia orarie. Alle 9 GMT di martedì 19 Tokage, centrato a 25,9°N 127,9°E, era retrocesso a tifone di categoria 1, con venti sostenuti a 75 nodi (raffiche a 90 nodi) e aveva modificato la sua traiettoria, dirigendosi verso nordest alla velocità di 13 nodi. Alle 12 GMT dello stesso giorno infatti la nuova posizione era 27,3°N 128,8°E, con vento ancora calato (70 nodi).
Le previsioni emesse alle 12 GMT del 19 ottobre indicavano un forte rialzo della pressione centrale (di circa 30 hpa in 24 ore) nelle 24 ore seguenti, con ulteriore calo del vento, previsto a 50 nodi alle 12 GMT di mercoledì 20 ottobre, quando il tifone, già transitato dall’estremità sudoccidentale del Giappone, doveva trovarsi centrato dalle parti di Osaka, esattamente a 33,8°N 135°E, ormai retrocesso a “tropical storm”.
Degli effetti della tempesta sul Giappone centrale il 20 ottobre vi racconteremo meglio in seguito. Già i media hanno raccontato di danni gravi e anche di perdite umane. Intanto vi scriviamo che nel sud il 19 ottobre sono caduti 258 mm a Oita, 192 a Omaezaki, 163 a Shimizu, 148 a Tanegashima, 127 a Kagoshima, 89 a Nagasaki e ancora 55 a Naha. Anche più a nord, dove il tifone non era ancora arrivato, è piovuto in abbondanza, con 89 mm a Owase, 67 a Tokio e 57 a Osaka.
Ulteriormente indebolito a depressione tropicale, con vento a 30 nodi, alle 12 GMT del 21 ottobre Tokage, ovvero lucertola in giapponese, è previsto centrato a 39,3°N 146,2°E, interessando quindi la parte nordorientale del paese, per poi allontanarsi da esso, sempre procedendo verso ENE, nelle ore successive, diventando una “normale” bassa pressione extratropicale.
A parte la categoria “ufficiale”, secondo la scala Saffir-Simpson, segnaliamo che la Japan Meteorological Association (JMA) definisce, secondo una scala elaborata nel 2000, come “mega” un tifone, come appunto Tokage, con velocità media del vento di 54 km/h o più in un raggio di oltre 800 km, mentre “large” è un tifone dove questa velocità viene superata in un raggio tra 500 e 800 km. Dei 10 tifoni che hanno colpito il Giappone quest’anno (quasi doppiato il record precedente, che era di 6 tifoni in un anno), questo è il primo che la JMA ha catalogato come “mega”.
L’altro attore sul palcoscenico dell’Oceano Pacifico Occidentale è Nock-Ten, che lunedì 18 nel tardo pomeriggio, ora EDT, era centrato 380 miglia a sudest di Agana, Guam, e 255 miglia a nordovest di Chuuk, muovendosi al contempo verso ovest a 13 miglia orarie, con venti sostenuti a oltre 95 miglia orarie, in rinforzo, avendo come obiettivo proprio Guam per la giornata di mercoledì.
Alle 9 GMT di martedì 19 ottobre, Nock-Ten, tifone di categoria 2, era centrato a 9,7°N 148,0°E, a sudest di Guam, con pressione centrale 954 hpa, venti sostenuti a 90 nodi (175 km/h), raffiche a 110 nodi e onde alte 7 metri. La tempesta si dirigeva verso ovest-nordovest alla velocità di 5 nodi, ancora rinforzando, tanto che per le 0 GMT di mercoledì 20 ne era previsto il passaggio alla categoria 3, con venti a 100 nodi e centro posizionato a 10,5°N 143,5°E.
Il passaggio nelle vicinanze di Guam, in realtà poco a meridione della stessa, era previsto per le 12 GMT del 20 ottobre, momento in cui secondo i bollettini il vento avrebbe dovuto rinforzare ancora a 110 nodi, per poi crescere ancora di intensità nelle ore successive.
Il momento “topico” di Nock-Ten dovrebbe essere intorno alle 12 GMT di giovedì 21 ottobre, con la tempesta promossa alla categoria 4, con vento a 120 nodi, centrata a 15°N 139,5°E e diretta verso nordovest, con obiettivo probabile Taiwan verso la fine della settimana.