Andando ad analizzare l’occorrenza di cicloni tropicali nel pacifico nord-occidentale nei primi 4 mesi dell’anno (da Gennaio ad Aprile, comprendendo tutti i cicloni che si formano in questi mesi, ma non quelli che provengono da mesi precedenti, si consiglia di ingrandire il grafico a lato) ci accorgiamo che ad un’estate bollente nel vecchio continente è quasi sempre corrisposta un’occorrenza pari a zero.
Il “quasi” è d’obbligo quando si manipolano dati climatici a così breve periodo, in quanto nonostante il 2003 sia stato bollente non presenta un’occorrenza pari a zero. Collegando però questo fatto con “El Niño” ci accorgiamo ancora una volta che la statistica non mente: il 2003 è stato eccezionalmente caldo anche nel Pacifico nord-occidentale, e alla fine del 2002 ci fu un debole “El Niño” scomparso con rapidità uguale a come era comparso, sostituito poi a distanza brevissima da una debole “Niña”.
Sappiamo per certo che l’influenza di “El Niño” nelle acque del Pacifico nord-occidentale è il raffreddamento anomalo delle acque superficiali, che si riscaldano per effetto del forte riscaldamento solare e sprofondano richiamate dalla “bolla calda” nel Pacifico orientale, andando ad alimentarla. Tale status si mantiene fino a quando le acque, verso i primi mesi dell’anno, si raffreddano al punto tale da non alimentare più la corrente calda, andando a “spegnerlo” di colpo.
Con il senno di poi, avremmo potuto dire al 1° Maggio del 1983 e del 1998, solo osservando l’occorrenza di cicloni tropicali nel Pacifico nord-occidentale e la comparsa di “El Niño” alla fine degli anni appena antecedente, che le estati sarebbero state eccezionalmente calde ed asciutte, caratterizzate dalla presenza ostinata dell’anticlone subtropicale in pieno Mediterraneo. Nel 2003 è invece parzialmente soddisfatta l’equazione. L’occorrenza di cicloni sia in bassa stagione (2 nel quadrimestre Gennaio-Aprile), la debole presenza di “El Niño” e la comparsa rapidissima di una debole “Niña” avrebbero reso una eventuale previsione alquanto incerta.
In un articolo apparso sulla rivista Newton il Col. Mario Giuliacci fece un pronostico per l’estate 2003, verso la fine del 2002, dicendo che sarebbe stata eccezionalmente calda e asciutta. Gli ingredienti c’erano tutti: imminente “El Niño” in formazione, periodicità rispettata (4-6 anni, l’ultimo “grande” fu nel 1997), eppure verso la fine dell’anno il fenomeno si arrestò e comparve la “Niña”, anch’essa in forma debole.
La mia ipotesi è che la combinazione di “El Niño” e “Niña” praticamente nello stesso periodo (il primo porta estati calde e secche, la seconda inverni particolarmente asciutti e caratterizzati da blocchi anticiclonici in pieno mediterraneo) abbia creato le condizioni per un’estate eccezionale, con caratteristiche di blocco sia estive che invernali nello stesso momento.
E lo dimostra anche l’occorrenza di cicloni totale (vedere l’analisi nella Parte I di questo articolo), che presenta elementi molto anomali e contrastanti: numero di cicloni inferiore alla media (risultato di “El Niño”) e formazione molto più ad ovest del normale (risultato della “Niña).
L’OMM stessa, nella sua filiale di Hong Kong (Hong Kong Observatory, una delle più importanti dell’intero mondo asiatico) fece un pronostico per la stagione proprio verso Maggio-Giugno, dicendo che la probabilità di un numero di cicloni oltre la media era oltre l’80%, e che la formazione sarebbe stata quella tipica indotta dalla “Niña”. Si è verificata poi metà previsione, mandando in tilt tutti i “canoni” fino a quel momento acquisiti.
Ora non ci resta che… attendere ! E vedere se i dati saranno ripetibili, oppure se si è trattato solo di coincidenze climatiche. Credo che lo “standard” del 1983 e 1998 possa senz’altro essere preso come riferimento. Se in un dato anno si ha la presenza di “El Niño” verso fine anno e nei primi 4 mesi di quello seguente non vi saranno cicloni tropicali, state certi che l’estate seguente sarà bollente. Il 2003 attende il bis… sperando per l’Europa (ma non solo) che non avvenga troppo presto.
Nelle prossime parti continueremo l’analisi dei cicloni tropicali nel 2003: parleremo di oceano Atlantico settentrionale.