Aria calda è giunta da nordovest sulla Tasmania il 13 gennaio. Hobart, nel sudest dell’isola, ha raggiunto una temperatura massima di 27°C, mentre la media delle massime di gennaio è 22°C. Calda anche la notte seguente, con una temperatura minima venerdì mattina di 18,7°C, quasi 7°C al di sopra del valore medio delle minime di gennaio.
La città di Wilcannia si trova nell’ovest del Nuovo Galles del Sud, in Australia. La media delle temperature massime in gennaio, nel cuore dell’estate australe, è 35°C. Venerdì 14 gennaio la temperatura massima registrata a Wilcannia è stata di 45,7°C, quindi oltre 10°C in più della media. Nella stessa regione 43,0°C a Ivanhoe, 43,3°C a Griffith, 44,0°C a West Wyalong. L’aria calda ha raggiunto anche il settore della Gran Catena Divisoria intorno a Canberra (massima 39,4°C, a 577 m), con 36,7°C a Bombala (m 761) e 35,1°C a Cooma (m 947).
Anche nello stato dell’Australia Meridionale, si sono registrate temperature molto alte tra giovedì e venerdì, con una massima di oltre 45°C entrambi i giorni a Oodnadatta, dove la media delle massime del mese è di circa 37°C. Anche a Marree, venerdì 14 si sono superati i 45°C, oltre 8°C al di sopra della media delle massime di gennaio.
Una lunga banda nuvolosa associata a un attivo fronte freddo ha attraversato la parte orientale degli Stati Uniti. Washington ha registrato 45 mm in 12 ore (0-12 GMT di venerdì 14 gennaio), 43 dei quali in sole 6 ore. Questo quantitativo è quasi due terzi della media mensile di 74 mm. Lo stesso fronte ha portato 41 mm a Baltimora, 27 a Roanoke, 34 ad Asheville, 40 ad Athens, 35 ad Atlanta e 37 a New Orleans, città che tracciano una lunga diagonale allineata da NE a SW.
Record di caldo per gennaio a Toronto giovedì 13 gennaio, con una massima di 17,6°C. Questa “botta” di caldo, le piogge di Washington e i contrasti termici tra i due “versanti” della banda nuvolosa che le ha originate, sono oggetto di un articolo di approfondimento.
L’Alaska è naturalmente una terra molto fredda in inverno, tuttavia la temperatura -48°C, registrata a Fort Yukon alle 12 GMT di venerdì 14 gennaio, è da segnalare, in quanto 14°C più bassa del valore medio delle minime di gennaio (-34°C). Nelle prime ore di venerdì 14 anche Whitehorse, nella provincia canadese dello Yukon, che con l’Alaska confina, ha fatto registrare un freddo record relativamente alla data in questione. Il 14 gennaio più freddo finora era stato quello del 1996 (minima di -43°C), ma questa volta si è scesi al di sotto dei -44°C. Ancora più freddo, e anche qui era stato record, era stata la minima del giorno precedente, giovedì, con quasi -47 °C. Ancora nello Yukon la temperatura minima più bassa di venerdì è stata quella di Mayo, con quasi -52°C, mentre Dawson si è fermata, si fa per dire, a -49°C.
Chon Buri si trova in Thailandia, sulla costa del Golfo del Siam, circa 50 miglia a sudest di Bangkok. Questa parte della Thailandia è in genere asciutta nel mese di gennaio, con una media di 12 mm di pioggia. Durante le 30 ore precedenti le 6 GMT di venerdì 14, però, sono caduti 41 mm di pioggia a Chon Buri, quasi tre volte tanto la media di gennaio.
A Chuuk, in Micronesia, sono caduti 379 mm in 48 ore, tra giovedì mattina e sabato mattina, ora locale. I rovesci si sono sviluppati all’interno di una depressione tropicale, collegata con una “tropical storm” a sud di Guam, di cui trattiamo in un altro articolo di approfondimento.
Questo bizzarro gennaio somiglia, fino ad ora, a un mese di inizio primavera a Mosca, dove fino a giovedì 13 la temperatura media è stata di oltre 11°C superiore alla media di gennaio, senza che il termometro sia mai rimasto sotto lo zero nei valori massimi, ovvero senza alcun giorno di ghiaccio. Tutto questo dopo un dicembre di 7°C più caldo della media.