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Goccia fredda in quota, sorgente d’instabilità diurna sull’Appennino

di Mauro Meloni
27 Ago 2008 - 16:28
in Senza categoria
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Nell'immagine, riferita alle ore 12 UTC, si notano le prime cellule temporalesche già visibilmente in azione su alcuni settori appenninici centro-meridionali, complice l'instabilità attivata da un modesto nucleo freddo in quota. Le deboli frange nuvolose visibili su Corsica e Sardegna sono costituite da cirri ed altostrati, risultando del tutto innocue. Copyright 2008 Eumetsat.
Il dominio dell’Anticiclone delle Azzorre sulle nostre regioni non riesce ad espletare al meglio la sua azione stabilizzante, per la presenza di un modesto vortice freddo in quota, centrato sulle regioni del medio versante adriatico.

Questa lieve penetrazione ciclonica è giunta circa 48 ore orsono sulla scia di un debole flusso zonale atlantico, quando ancora l’espansione anticiclonica oceanica piuttosto timida ha permesso l’incursione di questa debole saccatura d’aria fresca alle altezze superiori dell’atmosfera.

Il consistente rinforzo del campo anticiclonico su buona parte dell’Europa Centro-Meridionale ha avuto il merito, da una parte, di confinare sempre più il flusso perturbato atlantico alle alte latitudini britanniche e scandinave, ma non ha spento le velleità del relativo perno ciclonico in quota quasi stazionario sull’Italia, debolmente alimentato da refoli d’aria fresca dal Nord Europa.

La tenace circolazione depressionaria si può ben definire goccia fredda, in quanto presente in quota e non supportata da una medesima area ciclonica significativa a livello del suolo. L’instabilità si mostra in azione principalmente lungo l’Appennino Centro-Meridionale, poiché al Sud risale un alito di correnti più umide sud/occidentali, richiamate in seno al vortice stesso.

Questa dinamica accresce i contrasti con la presenza dell’aria più fresca in quota, esaltati solo nelle ore diurne più calde della giornata. Così ci stiamo trovando dinanzi a giornate che iniziano diffusamente soleggiate, non facendo presagire quello che poi succede nelle ore più calde del pomeriggio, con il pullulare d’imponenti cumulonembi temporaleschi su zone interne ed a ridosso dei principali rilievi montuosi.

Nella giornata di ieri l’instabilità è stata particolarmente cattiva sulla Sicilia, ove si sono formate vaste celle temporalesche lungo i rilievi settentrionali dell’Isola. In qualche caso i fenomeni sono sconfinati fin lungo le coste.

Quest’oggi è attesa una sostanziale replica, con rovesci e temporali che andranno ad investire buona parte della dorsale appenninica centro-meridionale, i rilievi della Sicilia e localmente della Sardegna. Più attutita l’attività cumuliforme lungo l’Arco Alpino, ma non mancheranno locali rovesci serali lungo i settori centro-orientali.

Attualmente i temporali sono già in pieno sviluppo lungo l’Appennino Laziale ed Abruzzese e più a sud, fra il Cilento ed il Potentino. Non mancano i primi focolai temporaleschi sulla Sila e sui rilievi più interni della Sicilia.

L’attività instabile è destinata ad intensificarsi ulteriormente nelle prossime ore del pomeriggio, con fenomenologia che localmente potrà risultare violenta. Le frange nuvolose che il Satellite mostra fra la Liguria e la Sardegna sono innocue di tipo medio-alto, sospinte dal flusso settentrionale in scorrimento sul bordo più occidentale del nucleo ciclonico.

Dal punto di vista termico, la progressiva persistenza dell’Anticiclone sta favorendo una certa risalita termica diurna, solo localmente inibita nelle aree interne montuose maggiormente interessate dai fenomeni d’instabilità.

Non si registreranno variazioni significative rispetto a ieri, quando si sono raggiunti picchi massimi di 33-34 gradi su zone interne di Toscana, Lazio e Sardegna. Il caldo potrebbe crescere leggermente sulle pianure del Nord, con valori che localmente supereranno con maggiore facilità, seppure di poco, i 30 gradi.

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