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Goccia fredda ancora arroccata fra le due Isole Maggiori, l’inverno bussa sul nord Europa

di Bruno Gabetti
03 Nov 2007 - 19:06
in Senza categoria
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Mentre una debole circolazione ciclonica resiste sulle estreme zone meridionali italiane, ecco che un fronte d'aria fredda artica si fa strada sull'Europa settentrionale, e si dirigerà verso sud/est favorendo un forte calo termico verso valori da pieno inverno su gran parte delle zone orientali europee. Copyright Eumetsat, rielaborazione grafica a cura di Mauro Meloni.
In un contesto sempre più anticiclonico sull’Europa mediterranea, non si rimargina ancora del tutto la debole ferita di bassa pressione sui mari meridionali italiani, in particolare concentrata ormai fra la Sicilia e la Sardegna.

Trattasi di un centro ciclonico ancora attivo, che trae residua energia dalla presenza d’aria fredda in quota (fino a -22°C all’altezza isobarica di 500 hPa, circa 5700 metri d’altezza), la quale alimenta contrasti che sfociano in aree temporalesche in rotazione attorno al minimo pressorio prossimo alle coste tunisine.

Le maggiori cellule temporalesche si concentrano lungo il bordo orientale di tale piccola struttura ciclonica, in risalita dunque dal Canale di Sicilia verso i settori occidentali e meridionali dell’isola, in particolare tra agrigentino e siracusano.

Una situazione assai lenta ad evolvere, che porta all’insistenza dei maggiori fenomeni nelle aree più esposte orograficamente a tali correnti. Non deve dunque sorprendere come nelle ultime 24 ore, a cavallo fra la giornata di ieri e quella di oggi, in alcuni settori della Sicilia si siano superati i 50-60 millimetri, con isolati picchi fino ad oltre 100 mm sulle zone esposte allo stau dell’entroterra etneo.

La debole goccia fredda è comunque prossima all’esaurimento, ma ancora per la giornata di domenica sarà in grado di arrecare ulteriori fenomeni nelle medesime aree interessate questi giorni, compresi i settori ionici.

Finita l’influenza di quest’area instabile basso-mediterranea, non dobbiamo però attenderci il definitivo insediamento dell’anticiclone euro-atlantico. Si profila una situazione tutt’altro che statica, non vi sarà spazio per il netto consolidamento sul Mediterraneo centrale della struttura di Alta pressione.

Va detto che l’Anticiclone è responsabile negli ultimi giorni di una fase di decisa stabilità sul settentrione d’Italia, ma anche ormai su tutte le regioni centrali. Pieno soleggiamento che ha favorito un po’ di tepore fuori stagione, anche se accompagnato da fresco notturno per elevata escursione termica, con punte massime anche oggi intorno ai 24 gradi sulla Riviera ligure occidentale.

La cellula di Alta Pressione mantiene il suo cuore sull’Europa centro-occidentale. Dal Satellite si nota a tal proposito una coltre nuvolosa poco brillante (nubi basse o nebbie) sulla Francia e sul vicino Oceano, nei pressi del golfo di Biscaglia. Tali nubi sono generate dall’azione di subsidenza anticiclonica, che schiaccia la massa d’aria più umida negli strati prossimi al suolo.

Sulle pianure del nord Italia, al contrario, le nebbie non sono divenute particolarmente protagoniste grazie alla persistenza di una certa ventilazione, con buon ricambio d’aria, derivante dal flusso secco nord-orientale in scorrimento lungo il bordo meridionale dell’Anticiclone.

Qualche cenno in conclusione sulle novità già imminenti: il campo di Alta Pressione infatti sta progressivamente perdendo colpi lungo le nazioni nord-europee, in particolare nei pressi della Penisola Scandinava.

La foto dal Satellite ci aiuta ad individuare una vasta linea frontale dapprima di tipo caldo e poi freddo, che si protende dall’Atlantico scozzese fino all’area Baltica, ove troviamo un nocciolo depressionario direttamente collegato al Vortice Polare.

In tale zona sta agendo la parte avanzata d’aria fredda d’estrazione polare, che nel corso dei prossimi giorni tenderà a sfondare verso l’Europa centro-orientale, aiutata dalla disposizione anticiclonica sull’ovest Europa lungo i meridiani, con principale obiettivo finale l’area Balcanica, mentre l’Italia verrà appena lambita dalle fredde correnti settentrionali.

Questo nuovo schema barico non va assolutamente sottovalutato, in quanto potrebbe incentivare, in un seguito non troppo lontano, ulteriori discese d’aria fredda artica, che potrebbero anche seguire traiettorie più occidentali.

Finchè la circolazione mite oceanica resta in letargo e con un anticiclone africano poco propenso a risalite verso le nostre latitudini, non sarebbe così clamoroso se l’autunno lasciasse, in maniera piuttosto precoce, il testimone alla stagione invernale, la quale ha già lanciato importanti segnali all’inizio della terza decade d’ottobre.

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