L’estremizzazione meteo climatica è un fenomeni innegabile, del quale si parla costantemente. Ma spesso, visto la scenicità dell’argomento, se ne fa abuso.
Prendiamo la situazione attuale. E’ vero, le temperature sono calate con forza. L’estate africana è un lontano ricordo, eppure siamo appena agli inizi di settembre. Siamo passati dal dover commentare temperature costantemente superiori alle medie stagionali ad anomalie di segno opposto. Quindi negative. Anomalie importanti, tenete conto che sulle Alpi è già caduta la neve (localmente con vere e proprie bufere).
Tutto finito? Neanche per idea. Siamo in attesa di un nuovo peggioramento, stavolta d’interpretazione ben più difficile. Perché l’aria fredda sta scivolando sulla Spagna, o meglio, sul Mediterraneo occidentale e l’evidente contrasto termico produrrà l’approfondimento di una saccatura ciclonica.
Tale struttura si staccherà dalla circolazione perturbata principale – quella atlantica – e darà luogo a quella che in gergo prende il nome di “goccia fredda”. Trattasi null’altro che di un vortice ciclonico secondario, tipico soprattutto dell’autunno. A questo punto ci chiediamo: giusto parlare di estremizzazione meteo, di meteo estremo?
Dipende. Dipenderà da diversi fattori quali ad esempio la collocazione del vortice piuttosto che l’intensità delle precipitazioni attese. Precipitazioni che, lo diciamo subito, potrebbero assumere carattere di rovescio o temporale, addirittura potremmo registrare persistenti nubifragi. Allora sì che si tratterebbe di meteo estremo.
Ma il discorso a nostro avviso è un altro, ovvero domandarsi se tali situazioni si verificavano anche in passato. La risposta è sì, ma come per altri fenomeni atmosferici – ad esempio le ondate di caldo – si verificavano con minore frequenza. Le gocce fredde si sviluppavano in presenza di acque mediterranee eccessivamente calde, quindi a seguito di estati più calde del normale. Era una rarità.
Poi, con gli anni, il riscaldamento globale è diventato evidente. Le Estati sono diventate terribilmente calde e il Mediterraneo si è tropicalizzato. Attenzione però, l’altra domanda che ci poniamo è: qual è il concetto di normalità? Oggi non è più quello di una volta e andrebbe rivisto, così da poter considerare sotto un’altra ottica tutti gli eventi atmosferici in divenire.
Se dovessimo utilizzare un nuovo concetto di normalità l’eventuale sviluppo di una goccia fredda afro mediterranea non rappresenterebbe un segno distintivo dell’estremizzazione. Se dovessimo far riferimento agli anni ’90 o ancora prima, allora il senso ci sarebbe eccome.
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