La fase che stiamo vivendo, a cavallo tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, quello vero, porta importanti annotazioni in merito alle condizioni di varie colture agricole in fase di prossima raccolta o maturazione dei frutti. Viene in mente la vite, la cui vendemmia vede la nascita in questo periodo, oppure l’olivo, le cui drupe sono in fase di maturazione.
Il periodo appena trascorso, pur mostrando instabilità pomeridiana piuttosto accentuata, non ha causato grosse preoccupazioni, anche se in molti casi si sono resi necessari interventi preventivi nei confronti di agenti patogeni quali funghi o insetti. Ciclo biologico favorito da condizioni di clima caldo ma allo stesso tempo umido, quanto basta per poter arrecare stress fisiologici alle piante coltivate.
Orbene, da ieri è in atto un severo peggioramento delle condizioni meteo, frutto di una vasta area depressionaria che, portatasi sulla Penisola Iberica, tenderà a stazionare per alcuni giorni sul Mediterraneo, traendo linfa vitale dal contrasto tra le masse d’aria Nord africane in arrivo e il caldo Mar Mediterraneo. Il weekend vedrà un ulteriore intensificazione della fenomenologia a carattere temporalesco su molte delle nostre regioni.
Tuttavia, l’esperienza insegna, è bene monitorare con attenzione le colture colpite da queste prime vere piogge autunnali. Le ultime stagioni hanno spesso portato a manifestazioni violente tra settembre ed ottobre, talvolta persino a novembre o dicembre. Bene, in tali situazioni è facile che vi possano essere smottamenti del terreno, con asportazione degli strati superficiali del suolo e conseguente fenomeno di erosione per ruscellamento.
Perdita di terra, quindi, con immediata quanto pericolosa diminuzione di fertilità, specie in quei suoli occupati da poca vegetazione i in fase di lavorazione per la preparazione dei letti di semina autunno-vernini. Oltre a ciò vanno poi aggiunti i possibili ristagni idrici per allagamento temporaneo, in particolare nei terreni argillosi o eccessivamente limosi, le cui particelle risultano particolarmente coese e non lasciano penetrare l’acqua in profondità.
Ecco che allora si posso verificare fenomeni da asfissia radicale, visto che gli apparati assimilatori sotterranei non riescono a respirare, così come si possono avere danni diretti alle parti verdi delle specie coltivate qualora i fenomeni risultino particolarmente intensi. Infine, aspetto da non trascurare minimamente, vi può essere una ripresa d’attività degli agenti patogeni, soprattutto se la fase perturbata venisse seguita da tempo stabile e modestamente caldo. Insomma, è bene, oggi più che mai, non abbassare la guardia.