Era da tempo che non assistevamo ad un periodo tale da potersi definire, meteorologicamente, normale. Forse in toto nemmeno gli ultimi 15 giorni possono definirsi così, ma almeno lo sono se andiamo ad analizzare le temperature; meno se analizziamo le precipitazioni, la cui variabilità è però tale da rendere più difficoltosa l’individuazione di una norma, una media a cui bisogna riferirsi. E nemmeno se analizziamo la distribuzione delle alte e basse pressioni sullo scacchiere europeo.
Ed è anche bene precisare che per ottenere questa normalità termica italica, mezza Europa ha pagato pesantemente dazio. La Russia prima e la Scandinavia poi sono state investite da una forte ondata di caldo, per la Russia e paesi limitrofi ex-sovietici addirittura eccezionale; ed anche il Centro Europa ed i Balcani hanno avuto generalmente condizioni termiche ben sopra le medie stagionali, seppur in un contesto che ha visto, come in Italia, la presenza di numerosi eventi di maltempo, come forti temporali con vento, grandine e allagamenti.
Senza addentrarci in analisi approfondite, possiamo indicare in una ridotta anomalia della temperature delle acque superficiali in Atlantico (SST) rispetto ai mesi precedenti, e in una non particolare invadenza della ITCZ (Intertropical Convergence Zone) verso l’Europa occidentale, le cause primarie di una ritrovata dinamicità atlantica, col passaggio di diverse onde perturbate, a volte solo linee d’instabilità o infiltrazioni di aria umida in un campo mediamente anticiclonico o neutro, verso l’Italia, sufficienti in questo periodo a fornire quelle condizioni atte allo sviluppo di piogge e temporali.
Le regioni del Nord, dopo tanto penare, sono state le più favorite dalle piogge. Eventi intensi hanno colpito Genova, Bologna e Firenze, dove brevi temporali hanno scaricato anche 50 mm di pioggia in un’ora, e ancora più intensi il Bergamasco, il Friuli, di nuovo la provincia di Genova, dove si è arrivati a punte di 200/300 mm di pioggia in poche ore. Giornate perturbate con pioggia battente, hanno prodotto accumuli notevoli in alcune zone del Piemonte, della Valle d’Aosta, dell’Emilia e del Veneto, talvolta anche record per gli ultimi decenni. Anche la Romagna, fortemente penalizzata dalle piogge da molti mesi ormai, ha rivisto cadere acqua dal cielo. Temporali più moderati ma frequenti, si sono abbattutti in molte zone, soprattutto a nord del Po, ma fino all’Italia centrale, specie nelle zone interne, talvolta con eventi di forte intensità, come ieri (13 giugno) nel viterbese. Ma non dimentichiamo nemmeno le piogge della Puglia, davvero consistenti per la stagione, o il maltempo che ha colpito la Sicilia, in particolar modo il siracusano e il messinese, ad inizio mese.
Abbiamo vissuto quindi finalmente un periodo dinamico, dettato da una marcata variabilità e instabilità atmosferica, in un contesto termico globalmente nella media, senza grossi eccessi, salvo piccole zone, né in un senso, né nell’altro. Un periodo che nel modo migliore ci ha traghettato da una primavera troppo secca e che stava facendo nascere molte preoccupazioni sul fronte siccità, ad un’estate che secca è, statisticamente, in tutte le regioni a sud del Po. Un rischio siccità che ora sembra essere stato definitivamente messo alla porta, seppur bisogna dire che il deficit pluviometrico accumulato da alcune regioni è talmente consistente, da non poter essere colmato in poco tempo se non con eventi alluvionali non auspicabili.
E grazie al tempo instabile, a tratti perturbato, dopo mesi di pesanti anomalie termiche, solo parzialmente ridotte a maggio, vediamo così che il mese di giugno si è aperto in perfetta media termica, con un’anomalia ancora lievemente positiva al Nord, specie nel settore orientale, ed una leggermente negativa all’estremo Sud, ma in entrambi i casi all’interno di un range di normalità. Non sono state ancora registrate temperature eccezionalmente elevate, anche se i 30 gradi sono stati raggiunti e superati in diverse località, specie lungo l’Adriatico e da qualche giorno anche in Sardegna.
Un’estate iniziata dunque un po’ balbettando, ma che nei prossimi giorni si prenderà una rivincita. Come i miei colleghi deputati alle analisi e alle previsioni meteo hanno già messo in evidenza, è attesa per la prossima settimana un’ondata di caldo, che potremmo definire “old-style”, cioé che colpirà principalmente il Sud e le Isole e che non dovrebbe avere caratteristiche di persistenza, anzi al Nord potrebbe essere solo una toccata e fuga, preceduta e seguita da periodi che potrebbero anche portare temporali molto forti. Ma non è da sottovalutare nella sua entità, coi termometri che per qualche giorno potrebbero salire molto oltre le medie del periodo. Andrà seguita passo passo, e andrà seguito il rischio di una sua radicalizzazione, un processo che tante volte si è verificato nelle estati degli ultimi anni.
Quello che possiamo immaginare, vista l’evoluzione per i prossimi giorni, è che anche giugno terminerà con medie termiche sopra la media, ma anche, in varie zone d’Italia, ed è questa la novità positiva rispetto agli ultimi mesi, con piogge parimenti ed abbondantemente sopra la media.