Per arrivare a queste conclusioni sono state utilizzate differenti tecniche di osservazione e di simulazione al computer, in particolare si è fatto uso di radar e laser altimetrici, interferometrici e gravimetrici. Tutti correlati da osservazioni satellitari dalla superficie della calotta di ghiaccio e combinate con i modelli climatici regionali.
L’uso di queste tecniche permette di predire al meglio l’impatto del cambiamento climatico sul bilancio della massa dei ghiacci e la conseguente variazione del livello degli oceani. Le incertezze derivanti dall’utilizzo di modelli numerici sono state ridotti grazie ad una migliore comprensione teorica dei processi fisici coinvolti.
Gli ultimi dati raccolti suggeriscono che il contributo attuale della fusione del ghiaccio e il rilascio di iceberg dall’Antartide all’innalzamento del livello del mare è inferiore (quasi la metà) rispetto a quanto stimato in precedenti studi.
Relativamente ai livelli di fusione del ghiaccio su entrambi i continenti, la ricerca evidenzia la grande perdita in Groenlandia , il cui contributo nel corso degli ultimi 20 anni è raddoppiato e addirittura triplicato nello scorso mese di maggio. Secondo gli esperti il livello degli oceani è in aumento di poco più di tre millimetri ogni anno . Tale tasso potrebbe accelerare a seguito di una maggiore fusione dei ghiacci dell’Antartide e della Groenlandia. Attualmente la somma dei contributi delle due regioni è simile a quella dei piccoli ghiacciai e calotte di ghiaccio, mentre è leggermente inferiore a quella originata dall’espansione termica dell’oceano.