Situazione la situazione odierna vede dominare ancora sull’Italia una vesta area anticiclonica a debole gradiente e con valori piuttosto elevati, sia in quota che al suolo.
A nord prevale invece l’influenza perturbata del vortice polare: stamani la gigantesca depressione presenta al suolo tre distinti minimi, su Islanda, Mar di Norvegia e al largo delle isole britanniche, con valori compresi tra 970 e 985 hPa.
Le due opposte figure individuano una estesa fascia perturbata ad elevato gradiente barico, spazzata da fortissimi venti sud-occidentali.
Anticiclone a sud e vortice polare a nord: una situazione che ormai si ripete da molti giorni e che priva il comparto euro-atlantico di significativi scambi termici meridiani.
E proprio l’assenza di marcate ondulazioni della corrente a getto è alla base di un quadro termico estremamente mite su quasi tutto il nostro continente: in Europa continua a non fare freddo ed in molte località esenti da nebbia, normalmente abituate a climi ben più rigidi, ormai da tempo si susseguono giornate dal sapore quasi primaverile.
Naturalmente non dimentichiamo che la persistenza degli anticicloni invernali vuol dire anche foschie, nebbie e nubi basse, fenomeni presenti anche stamani su molte località della nostra penisola e la cui eventuale persistenza diurna accentua le condizioni di inversione termica già presenti, favorendo l’accumulo degli agenti inquinanti nelle grandi città di pianura.
Ora la situazione volge ad un lento ma costante cambiamento, grazie al progressivo sfaldarsi delle posizioni anticicloniche sul Mediterraneo.
Seguiamo allora assieme gli interessanti scenari che potrebbero aprirsi in virtù del prossimo cedimento barico.
Evoluzione a 72 ore Va subito detto che il comparto mediterraneo non vedrà grossi cambiamenti fra oggi e domani; vi sarà sì una certa diminuzione della pressione atmosferica, a tutte le quote, ma si tratterà più che altro di una variazione strumentale: gli effetti del cambiamento non saranno infatti ancora percettibili e si limiteranno probabilmente ad un aumento della nuvolosità stratificata, chiaro indice dell’invecchiamento della struttura anticiclonica. Avremo pertanto ancora due giornate caratterizzate da clima mite, tempo discreto e valori elevati di umidità nei bassi strati.
Venti di tempesta spazzeranno invece le isole britanniche, alle prese con un vero e proprio ciclone extratropicale, in transito a nord della Scozia (945 hPa). E proprio al seguito del passaggio di questa violenta depressione si assisterà ad una rimonta anticiclonica, con un moderato cuneo che dal vicino Atlantico si porterà verso la Groenlandia.
Alla cresta in formazione sull’alto Atlantico farà seguito un avvallamento del geopotenziale su centro Europa: una saccatura, diretta espressione del profondo vortice che dopodomani troveremo sulla Scandinavia, raggiungerà Germania e Benelux, per poi acuirsi e sfilare verso i paesi dell’est, sfiorando le regioni adriatiche.
Sull’Italia sarà avvertito un primo debole calo termico nella giornata di giovedì, quando le prime folate fresche raggiungeranno il nord e le regioni adriatiche. Una debole perturbazione interesserà marginalmente le Alpi, transitando poi sui Balcani con deboli effetti anche su medio ed alto Adriatico.
Tendenza a 72-168 ore Stando alle attuali analisi, non sono previste conseguenze eclatanti per quel che riguarda i fenomeni: le mappe infatti evidenziano la possibilità di deboli o moderate precipitazioni solo sul basso versante adriatico, in probabile estensione a quello ionico ed alla Sicilia; maggiormente avvertite saranno le conseguenze termiche, specie al sud e lungo il versante adriatico, con valori in quota che in queste prime analisi si stimano in discesa anche di 10-12 °C.
Date le temperature, sebbene vi sarà quasi certamente una correzione al rialzo, non si esclude a priori la possibilità di vedere qualche nevicata a quote veramente basse (o addirittura in pianura), laddove vi saranno precipitazioni.
Il nuovo assetto barico per i giorni 14 e 15 vedrà la spinta di un promontorio anticiclonico sviluppato lungo i meridiani centro-occidentali europei; più ad est persisterà l’azione di una fredda ed instabile conca depressionaria che, come abbiamo visto, avrà modo di influenzare marginalmente il tempo di alcune regioni italiane e di arrecare sulla penisola un generale e marcato raffreddamento.
La situazione di blocco anticiclonico si protrarrà anche nelle giornate del 16 e 17 gennaio; l’inclinazione dell’asse in senso orario, con l’estensione della figura di alta verso l’Europa centrale e la Russia, favorirà inoltre la regressione verso la Grecia della circolazione depressionaria presente sul Mediterraneo orientale: di qui il probabile coinvolgimento anche del versante ionico e della Sicilia, e la conseguente recrudescenza climatica un po’ su tutta l’area mediterranea.
A livello continentale si noterà sempre la rilevante attività del vortice polare, con il notevole polo freddo stazionante fra Canada e Groenlandia; da osservare inoltre il progressivo raffreddamento della Russia artica, alle prese con l’estensione di un anticiclone termico delle regioni polari.
Riflessioni di lungo termine e conclusioni Sotto l’energica spinta del vortice polare, a partire dal 18 gennaio l’alta pressione continentale tenderà gradualmente ad estendersi verso sud e ad allontanare dalle nostre regioni la depressione fredda; la presenza anticiclonica sarà però solo temporanea: dal giorno 20 si assisterà infatti ad una repentina diminuzione dell’attività del vortice polare, con la conseguente rimonta dinamica in sede atlantica.
L’Italia si troverebbe così alle prese con gli effetti marginali di una nuova ed intensa discesa fredda, diretta in prima battuta verso il Mediterraneo orientale.
L’evoluzione successiva vedrebbe poi la persistenza dell’attività di “blocking” atlantico e la conseguente regressione verso il Mediterraneo centro-occidentale del polo depressionario di origine artica. Scenari freddi e perturbati si aprirebbero così per la nostra penisola, che potrebbe venire interessata da un’insolita e persistente irruzione fredda.
Naturalmente quella appena illustrata e solo un’ipotesi, al momento ancora di bassissima attendibilità. Val comunque la pena di seguire attentamente le proiezioni future; tralasciando le previsioni un po’ spettacolari che il modello americano è solito presentare nel lungo termine, va comunque osservato che un profondo mutamento nella circolazione generale dell’atmosfera sta avendo luogo.
La macchina del vortice polare fra non molto potrebbe incepparsi e dar vita ad una fase sicuramente più interessante per chi, meteorologicamente parlando, apprezza le tinte forti: l’inverno insomma potrebbe recuperare quasi in extremis la sua identità e (parte del)la sua dignità.