Situazione Dopo l’afflusso di aria fredda che nel corso del weekend ha rimescolato gli strati bassi atmosferici, dissolvendo in parte la coltre nebbiosa e determinando un generale abbassamento delle temperature, un promontorio anticiclonico si è riaffacciato sul Mediterraneo ed ha disperso le ultime residue sacche instabili che ancora resistevano nel meridione italiano.
Il vortice, responsabile del recente cambio di circolazione atmosferica, e degli episodi nevosi al centro-sud a quote molto basse, ha portato i suoi minimi sul Mediterraneo orientale e non esercita più alcuna influenza sul territorio italiano.
Su scala continentale le due forze antagoniste, alta delle Azzorre e vortice polare, entrambe molto energiche, si contendono la supremazia sul territorio europeo. In questa fase pare avere la meglio la circolazione perturbata, che estende la sua influenza a tutta l’Europa centro-orientale; per contro, l’alta pressione si è ora ritirata in pieno Atlantico (1040 hPa, 588 gpdam) ed offre adeguata protezione solo alla penisola iberica.
Tra le due gigantesche figure viene individuato un corridoio, in seno al quale scorre una veloce e fredda corrente nord-atlantica. Da tale flusso, come vedremo più avanti, trae origine un intenso sistema perturbato che interesserà l’Italia a partire da questa sera.
Evoluzione a 72 ore Già in queste ore stiamo assistendo ad una progressiva diminuzione della pressione atmosferica; un flusso sud-occidentale precede l’arrivo di un’acuta onda ciclonica che nel pomeriggio odierno si collocherà sul Golfo Ligure. Fra qualche ora aria fredda entrerà dalla Valle del Rodano, mentre un debole richiamo pre-frontale investirà le regioni adriatiche.
È facile pertanto immaginare un repentino peggioramento delle condizioni del tempo, con precipitazioni che il modello americano vede probabili, dal tardo pomeriggio di oggi, su alto Tirreno e regioni settentrionali. Date le temperature non troppo elevate, l’odierno impulso freddo potrà produrre precipitazioni nevose a quote basse al nord.
Domani il minimo depressionario, correndo lungo la dorsale appenninica, raggiungerà il basso Tirreno. Correnti di bora irromperanno così dalla mattinata sull’alto Adriatico; sarà questo forse il momento più favorevole per vedere la neve a quote molto basse al NE: l’ingresso delle correnti fredde settentrionali (previsti -5 °C a 1300 metri) sarà infatti associato alla persistenza di deboli o moderate precipitazioni su alto Adriatico; se si aggiunge la natura turbolenta delle masse d’aria in gioco, non è difficile immaginare che qualche debole episodio nevoso possa quasi raggiungere il piano.
L’intensa perturbazione avrà modo di interessare anche la Sardegna ed il centro nella serata di oggi, per poi raggiungere il sud e la Sicilia nelle prime ore di domani. Anche in queste zone la neve potrà cadere a quote relativamente basse, ma la presenza di aria leggermente più mite in quota annullerà il rischio di qualche fioccata sulle zone pianeggianti.
La situazione migliorerà da subito al nord-ovest e sulla Sardegna, raggiunte dalle prime schiarite già nella prima parte di domani; a seguire si libereranno i cieli del medio-alto Tirreno e del NE. Un po’ più lento risulterà il miglioramento al sud e lungo il versante adriatico.
In ogni caso l’episodio perturbato potrà dirsi concluso nella giornata del 20 gennaio, quando la depressione, lasciata la Sicilia, punterà verso la Libia, colmandosi rapidamente. Al suo posto sull’Italia la pressione tenderà ad aumentare ed un tiepido promontorio atlantico invaderà nuovamente i nostri bacini.
Tendenza a 72-168 ore Gli ultimi giorni della settimana vedranno il dominio di un’area di alta pressione che dalla penisola iberica estenderà la sua influenza sino al Mediterraneo centrale; più a nord e più a est il tempo sarà governato dall’azione del vortice polare: condizioni diffusamente perturbate, non particolarmente fredde, caratterizzeranno pertanto il weekend del centro-est Europa.
L’Italia sarà invece attraversata da una corrente nord-occidentale, inizialmente mite e a debole curvatura ciclonica. Ci troveremo così nel mezzo della disputa fra anticiclone dinamico e vortice polare, un contenzioso che si protrarrà per qualche giorno e che vedrà la nostra penisola alle prese con un flusso settentrionale sempre più freddo, per l’apporto crescente di una componente artica.
Fra domenica e lunedì prossimi la situazione vedrà ancora la presenza di un vortice relativamente freddo, centrato sulla Bielorussia, ed un promontorio di alte pressioni sul Europa sud-occidentale, in graduale ritiro dal Mediterraneo.
L’elemento nuovo che pare emergere nei primi giorni della prossima settimana sarà il notevole rinforzo dell’alta pressione termica delle pianure russe. L’imponente figura anticiclonica tenderà a spingere verso SO il vortice dell’Europa orientale, alimentandolo con sempre nuovi contributi freddi.
L’alta atlantica, fino a sabato protesa dal nord Africa alla Groenlandia, inizierà una lenta rotazione oraria dell’asse, che la porterà a svilupparsi dalle isole Azzorre alla Scandinavia. Un unico ponte anticiclonico verrebbe così a formarsi lungo la direttrice Atlantico-Russia, incoraggiando una discesa fredda verso le nostre regioni.
Riflessioni di lungo termine e conclusioni Le mappe riferite al lungo termine oggi disegnano scenari d’altri tempi per il bacino del Mediterraneo: una forte presenza anticiclonica in territorio russo garantirebbe qualche giornata molto fredda sul nostro paese. Successivamente, la ripresa dell’attività atlantica alle alte latitudini spezzerebbe il ponte anticiclonico con la Russia e spingerebbe l’alta atlantica ad adagiarsi nuovamente lungo i paralleli mediterranei.
La realizzabilità degli scenari sopra descritti e la persistenza più o meno prolungata di eventuali configurazioni di blocco sono al momento soggetti a numerose incognite: tutto dipenderà dall’entità delle due forze antagoniste in gioco: l’alta pressione subtropicale ed il vortice polare; a queste si deve aggiungere un terzo ingrediente, rappresentato dalla apparente propensione dell’alta russa a farsi vedere in territorio europeo. Da più giorni le mappe del modello americano intravedono qualche possibilità in tal senso.
Al momento però le elaborazioni del modello Ensamble non presentano una sufficiente “chiusura”: siamo pertanto ancora un po’ lontani dal poter affermare con una certa sicurezza il realizzarsi dello scenario sopra descritto.
Non rimane che attendere i prossimi sviluppi, monitorando con attenzione i giorni della possibile svolta fredda (24/25 gennaio), senza trascurare un’accurata analisi dell’evoluzione nei giorni immediatamente precedenti: già attorno al 22-23 gennaio potremmo infatti cogliere qualche segnale importante per quel che riguarda le tendenze future.
Intanto seguiamo con estremo interesse l’imminente peggioramento, un evento sicuramente non eccezionale per il nostro paese, ma che di questi tempi non è poi così frequente.