Situazione Sull’Italia la pressione è in diminuzione, per l’approssimarsi di un fronte d’irruzione di aria artica.
Al momento le nostre regioni sono ancora protette dal bordo orientale di un promontorio che dal nord Africa si estende al medio Atlantico; ma al suolo le isobare sono in flessione, e stanno determinando le condizioni ideali per un intenso, ma breve, episodio di föhn.
A nord della catena alpina si addossano sistemi nuvolosi sospinti da una veloce corrente fredda nord-atlantica. E tutta l’Europa centro-orientale stamani vede un tempo instabile, ma non ancora eccessivamente rigido, per l’azione di un profondo vortice freddo esteso dal Mar Glaciale artico alla regione baltica, ed in procinto di raggiungere latitudini più basse nei prossimi giorni.
Intanto in Russia la pressione è in aumento: va organizzandosi così il vigoroso blocco anticiclonico freddo, componente indispensabile per le discese di aria artica continentale sul bacino del Mediterraneo.
Evoluzione a 72 ore Nel corso della giornata odierna, alla mite circolazione anticiclonica andrà sostituendosi un più vivace flusso settentrionale. Come accennato in precedenza, la pressione al suolo diminuirà progressivamente, favorendo ancora per diverse ore le condizioni di föhn sulle regioni padane.
Non sono attesi fenomeni sulla nostra penisola, ma soltanto un primo debole calo termico dalla serata, che riporterà le temperature in quota grossomodo in linea con le medie del periodo.
Domani la prosecuzione del flusso settentrionale provocherà l’ulteriore calo delle temperature; il geopotenziale, in diminuzione già da oggi, nella giornata di domani verrà eroso con maggior incisività dalle correnti da nord tanto che, a fine giornata, un minimo depressionario andrà costituendosi sul Mar Ligure.
L’anticiclone atlantico muoverà verso nord, congiungendosi con l’alta della Groenlandia. Nel frattempo, la saccatura del vortice polare, una autentica lama fredda nel cuore dell’Europa, affonderà verso SE, portandosi sempre più vicina alla nostra penisola.
L’alta pressione russa proseguirà intanto la sua azione di rinforzo, impedendo così alla circolazione fredda dell’Europa continentale di sfuggire verso est.
Nella notte fra sabato e domenica la discesa lungo la Valle del Rodano di un ramo della corrente artica determinerà l’approfondimento della depressione ligure, con un peggioramento del tempo su NO in estensione alle regioni tirreniche; un secondo impulso perturbato si porterà sulla Francia e, nel corso della giornata, raggiungerà il comparto Mediterraneo.
Sarà dunque una domenica perturbata per molte regioni italiane, con il centro-sud particolarmente esposto alle insidie della circolazione depressionaria che, a fine giornata, porterà il suo minimo sulla Puglia.
Di impatto non trascurabile sarà anche l’ulteriore diminuzione delle temperature in quota che, tra domani e domenica, tenderanno a portarsi quasi ovunque sotto lo zero, con l’isoterma -5 °C pronta a sfondare al nord già da domani notte.
Domenica è previsto l’abbandono degli avamposti groenlandesi da parte dell’anticiclone atlantico, a causa della rotazione oraria del suo asse; la struttura dinamica tenderà ad accostarsi all’alta di matrice russa; verrà così a crearsi una strozzatura all’interno della lunga e gelida colata fredda estesa dal polo all’Europa orientale; un vortice chiuso in quota tenderà pertanto ad isolarsi dalla circolazione polare principale.
L’aria artica, inizialmente a componente marittima, proseguirà ad affluire sul Mediterraneo e ad alimentare il grosso vortice freddo, ormai in procinto di abbordare le regioni adriatiche.
Tendenza a 72-168 ore Tra lunedì 24 e martedì 25 prenderà corpo il tanto atteso ponte fra l’alta atlantica e quella russa; la naturale ulteriore inclinazione dell’asse anticiclonico verso est favorirà una nuova diminuzione del geopotenziale sul Mediterraneo, mentre la vasta goccia fredda presente su est Europa si troverà costretta a regredire verso SO, spinta dalla notevole forza dell’anticiclone termico.
La depressione sulle regioni meridionali italiane si sposterà intanto verso l’Egeo, favorendo una parziale attenuazione dei fenomeni (nevosi a quote molto basse), ma determinando anche l’ingresso più deciso dell’aria fredda: lunedì infatti, ad 850 hPa, si registreranno temperature comprese fra -5 e -10 °C, e solo sulla Sicilia resisterà, temporaneamente, un flusso d’aria relativamente mite (0/2 °C). Notevole anche il raffreddamento della media troposfera, con una bolla d’aria gelida che si impossesserà delle regioni del centro-nord, ove le temperature, alla quota di 500 hPa (circa 5200 metri) potranno scendere fino a -42 °C!
Nella giornata di martedì, ma ancora più in quella di mercoledì, la saccatura, con moto retrogrado, invaderà anche il Mediterraneo occidentale e la penisola iberica. Una depressione al suolo molto attiva insisterà sulle regioni meridionali, portandosi poi verso l’Egeo.
Il nocciolo gelido in quota (516 gpdam sulla Slovenia) continuerà a sostare sull’Italia, muovendosi lentamente verso SE, lungo l’Adriatico. Non ci soffermiamo in questa sede sui fenomeni che deriveranno da questa situazione e dalle regioni che ne verranno coinvolte: la situazione appare infatti ancora molto fluida ed è difficile, alla luce delle attuali conoscenze, stabilire con esattezza dove vi saranno precipitazioni.
Si può però affermare con crescente sicurezza che sull’Italia farà molto freddo e che le eventuali precipitazioni (per il momento favorito da fenomeni di instabilità un po’ tutto il centro-sud) saranno prevalentemente nevose anche su molte zone di pianura.
Giovedì 27, con la rottura del ponte anticiclonico, la morsa del gelo tenderà ad abbandonare lentamente l’Italia; un’area anticiclonica molto forte resisterà in Atlantico e ciò favorirà la persistenza sul Mediterraneo di una conca depressionaria. Ma il cuore della depressione fredda andrà progressivamente migrando verso l’est europeo, portando con sé anche il grosso della fenomenologia.
Sull’Italia comunque, il freddo andrà consolidandosi nei bassi strati, mentre in quota, pur mantenendosi ancora abbondantemente sotto le medie, i valori termici accenneranno ad un graduale rialzo.
Conclusioni Dopo vari tentennamenti ed interpretazioni discordanti, invero più sulla forma che sulla sostanza, la soluzione proposta oggi da GFS si avvicina maggiormente alle interpretazioni delle altre emissioni modellistiche: in sostanza si intravede un maggiore coinvolgimento dell’area mediterranea da parte della massa molto fredda in arrivo, con la possibilità, ancora non ben evidenziata dal modello americano, di una ciclogenesi in sede mediterranea ed il conseguente peggioramento dello stato del tempo anche sulle regioni settentrionali.
Siamo ormai certi che a partire da domenica 23 la situazione evolverà a favore del gran freddo; per il momento nulla di paragonabile alle altre annate storiche, almeno non alle quote basse atmosferiche, dove non si scorgono ancora i segnali del grande gelo.
Ma in quota la struttura depressionaria che tenderà ad interessarci sarà davvero singolare: temperature e geopotenziali così bassi a 500 hPa (lo ribadiamo arriveremo probabilmente a – 42 °C, con altezze variabili tra 516 e 524 dam) sono davvero una rarità per il nostro territorio.
E questo aspetto forse viene un po’ sottovalutato dai modelli. Non rimane quindi che attendere ancora qualche emissione e sciogliere così gli ultimi dubbi su quella che sempre più si configura come un’ondata di freddo da ricordare.