Dicembre volge al termine, un primo bilancio:
servirebbe apposito approfondimento sulle vicende meteorologiche di un anno intero, visto che è tempo di bilanci. In questa sede preferiamo limitarci ad un sunto sull’andamento di dicembre, rivelatosi un mese dai due volti. Inizialmente fu freddo, instabile, con le prime nevicate a bassissima quota ed anche pianura. Poi c’è stata una brusca frenata, che ha conodotto dapprima l’Atlantico e poi le calde correnti africane ad impossessarsi del Paese.
L’importanza delle vicende stratosferiche:
abbiamo citato, in apertura, i vari approfondimenti stratosferici scritti di recente. Altri ne appariranno, perché quel che sta accadendo ai piani alti dell’atmosfera rischia per davvero di rivelarsi un terremoto barico senza precedenti. Ci piace citare l’atmosfera perché essenziale nel guidare le condizioni meteorologiche su larga scala. E in tema di bilanci mensili, è necessario rammentare che l’andamento a due fasi di dicembre risiede in alcune dinamiche sviluppatesi a cavallo tra fine novembre e la prima decade di dicembre. Inizialmente osservammo una bilobazione del Vortice Polare, che condusse alle possenti incursioni artiche d’inizio mese. Successivamente c’è stato un ricompattamento dello stesso, a livello stratosferico, con decentramento della struttura ciclonica sull’Asia. Gli effetti di quest’ultima dinamica, per quel che ci riguarda, è stata deleteria perché causa principale del tipo di tempo attualmente in atto.
Quando tornerà l’inverno?:
Domanda lecita, perché le condizioni meteorologiche attuali nulla hanno a che vedere con la stagione invernale. Parlando di stratosfera si è trascurata, da più parti, l’importanza del ritorno dell’Alta delle Azzorre sull’Europa occidentale. Importanza che non necessariamente significa invadenza, come tanti temono, ma potrebbe assumere il significato di blocco Atlantico e conseguente irruzione Artica nel cuore del Mediterraneo.
Le tesi modellistiche:
a questo punto è bene aprire una parentesi sulle diverse visioni modellistiche e sul ruolo attribuito all’Anticiclone Atlantico. Gli Europei, con a capo l’autorevole ECMWF, disegnano un’impennata azzorriana verso nordest e un conseguente scivolamento di un nucleo d’aria gelida a ridosso dell’Adriatico. Sarebbe una dinamica, ubicabile a ridosso dell’Epifania, che riporterebbe l’inverno – crudo – su gran parte del nostro Paese. L’Americano GFS, invece, vede un’Alta delle Azzorre ben più invadente a causa di una spinta ad ovest del Vortice Polare Canadese. Il ché vorrebbe dire spostamento della struttura altopressoria sull’Italia e l’inizio di un lungo periodo di stabilità.
Le sorti del Vortice Polare:
per poter stabilire con esattezza quale delle due suddette ipotesi prevarrà occorrerà attendere ancora qualche giorno. A questo punto consentiteci di aprire un’altra parentesi sulle dinamiche stratosferiche, perché si discute sulla possibilità o meno che il Vortice Polare “esploda”. Eventualità contemplata da alcuni modelli, le cui ripercussioni ai piani inferiori dell’atmosfera rimangono tutte da valutare. Probabilmente inizieremo ad osservarne gli effetti, sulle mappe, nei primi giorni del nuovo anno.
Focus: evoluzione sino al 10 gennaio 2013
Gli ultimi giorni dell’anno saranno caratterizzati da prevalenti condizioni di bel tempo, salvo locali insidie nuvolose di poco conto. L’intrusione di una massa d’aria instabile ad ovest della Sardegna dovrebbe determinare un parziale aumento delle nubi nelle giornata di domenica e lunedì, ma con effetti precipitativi davvero scarsi. Poche le novità sino al 2 gennaio, quando sembra che crescenti impulsi d’aria fredda artica possano avvicinarsi all’arco alpino.
A questo punto siamo ad un bivio. Se dovesse prevalere la tesi dei modelli europei, ecco che una forte irruzione artica arriverebbe in Italia apportando un peggioramento e nevicate a bassissima quota su varie regioni – le più esposte potrebbe risultare le adriatiche e le meridionali. Qualora prevalesse la tesi americana, si avrebbero condizioni di stabilità per tutto il periodo considerato.
Evoluzione sino al 15 gennaio 2013
Le dinamiche stratosferiche potrebbero iniziare a produrre effetti in vicinanza di metà mese, quando non escludiamo una massiccia irruzione d’aria gelida in varie Nazioni d’Europa. Italia coinvolta? Ancora presto per dirlo.
In conclusione.
Lo stop, forzato, della stagione invernale sembra volgere al termine. Dall’articolo si evince come le dinamiche atmosferiche si stiano orientando verso una prosecuzione stagionale perlomeno interessante.