Il Gennaio del 2005 nelle Marche era iniziato con un forte anticiclone subtropicale, che è durato fin verso la metà del mese, portando nebbie, foschie e brinate notturne alle basse quote, mentre i monti facevano i conti col sole e temperature diurne assai miti, grazie all’inversione termica. L’innevamento, fino a metà mese, non è stato affatto abbondante sull’Appennino marchigiano, perché le temperature elevate durante il giorno avevano sciolto gran parte del manto bianco accumulatosi verso la fine di dicembre, a seguito di una moderata irruzione fredda e perturbata (che peraltro aveva colpito più l’Abruzzo).
Nessuna rosea prospettiva, dunque, per gli amanti del freddo e della neve della mia regione. Fino ad allora, infatti, l’inverno aveva come al solito negli ultimi tempi disertato le Marche, se non per fugacissime apparizioni, ed il forte anticiclone dinamico piazzatosi sul Mediterraneo Centro-Occidentale faceva presagire un proseguo della stagione altrettanto spiacevole, addirittura peggiore rispetto agli inverni degli ultimi anni. Ma nessuno, a metà mese, poteva immaginare cosa sarebbe successo da lì a dieci giorni!
Una prima svolta c’è stata con l’episodio fortemente perturbato del 18-19 gennaio, quando al seguito di una modesta irruzione fredda da n/e, la mia regione è stata investita in pieno da una perturbazione atlantica seguita da aria fredda e legata ad una profonda depressione in spostamento dal Golfo di Genova al Sud Italia. Si sono avute così piogge intense, forti venti e nevicate fino a quote molto basse.
Ma di lì a pochi giorni, le Marche hanno veramente scritto pagine di storia meteorologica, perché da domenica 23 gennaio tutta la regione è stata interessata da una lunga e straordinaria ondata di maltempo invernale, come non se ne vedevano da anni ed anni! Il tutto per una colata d’aria assai gelida in quota, che è sfociata sul Mediterraneo Centrale, generando una profonda depressione sul Tirreno, la quale per quasi una settimana ha richiamato aria fredda, prima d’estrazione polare e poi continentale (ossia da N/E), sulla nostra Penisola. Le Marche, come tutto il Centro-Sud, sono rimaste nelle spire della depressione, con tempo perturbato e temperature in costante calo. Tutta la regione è stata investita da precipitazioni continue che, date le basse temperature, hanno assunto subito carattere nevoso su tutto l’entroterra, ed a tratti anche sulle coste e le pianure. La situaizone è andata peggiorando col passare dei giorni soprattutto nell’entroterra, che si è trovato sotto un'”apocalittica” tormenta di neve! Ma andiamo con ordine!
Domenica 23 gennaio 2005 la neve cade specie dal pomeriggio – sera su gran parte della Regione, imbiancando l’interno fino a bassa quota ed a tratti anche in pianura. I fiocchi raggiungono a tratti pure le coste, ma senza attecchire. Tutt’altra situazione, invece, in città come Fabriano ed Urbino, già alle prese, prima della mezzanotte, con temperature sullo 0° e diversi cm. di neve (oltre 10 a Fabriano).
Lunedì 24 gennaio ha visto ancora neve nelle zone interne e collinari, dove ha continuato a fioccare anche intensamente seppure ad intermittenza. Più penalizzato il centro-nord della regione. Nella notte imbiancata leggermente anche la costa Pesarese, ma in pieno giorno una nevicata moderata interessa anche le colline e la periferia intorno Ancona. Ecco le temperature durante questa seconda giornata di neve: Urbino -1.1° / +0.4°, Senigallia +0.1° / +4.9°, Fabriano +0.2° / +2.1°, Macerata +0.5° / +1.3°.
Martedì 25 gennaio la situazione comincia a complicarsi: le temperature calano ancora e all’interno siamo ormai ovunque sottozero, seppur di poco. La neve non smette mai di cadere nell’entroterra ed in serata si misurano già circa 50 cm. di neve a Fabriano. Cominciano i disagi sulle strade dell’interno, dove gli spazzaneve faticano a tenere pulite le carreggiate, specie in collina ed in montagna. Molti i comuni che decretano la chiusura delle scuole. Ormai gran parte del territorio regionale è imbiancato dai 200 mt. slm in su.
Mercoledì 26 gennaio 2005 è già piena emergenza nell’entroterra: qui la neve cade incessante ormai da 48 ore, anche sotto forma di autentiche bufere, perché i fenomeni sono esaltati dall’effetto stau delle correnti fredde e umide che impattano da n/e sui rilievi della regione. Il manto bianco avvolge ormai ogni cosa appena si lascia la costa e ci si inoltra un poco tra le colline, diventando una vera e propria muraglia al di sopra dei 3-400 mt.. Sempre il 26 ecco le temperature registrate a Fabriano (entroterra anconetano, sui 300 mt. Slm) e San Benedetto del Tronto (costa sud, al confine con l’Abruzzo): rispettivamente -1.2° / +0.7° e +0.5° / +4.0°. In serata la neve raggiunge il METRO a Fabriano (AN) e Frontone (PU), mentre questa altezza viene addirittura superata a Cingoli (600 mt. Slm c.a., MC). Sopra Cagli, nel Pesarese, si misurano 80 cm. A 500 mt. Slm, mentre Acqualagna, sulle basse colline del nord della regione, arriva a 40 cm..
Fabriano chiede aiuto al Governo per far fronte a quella che sta diventando una vera e propria emergenza! Ormai non si contano più le frazioni isolate e le strade chiuse, mentre, sempre a Fabriano, rimangono bloccati a lungo i treni sulla tratta Ancona-Roma. La neve a tratti scende furiosa anche sulla costa e viene chiusa l’A14 presso San Benedetto del Tronto, mentre alla periferia sud di Ancona, in serata, un’improvvisa bufera scatena il caos sulle strade.
Il 27 e 28 gennaio la situazione, se possibile, peggiora ancora: incredibilmente, sembra non voglia più smettere di nevicare nell’interno e la coltre nevosa cresce ininterrottamente col passare delle ore, fino a raggiungere livelli impressionanti anche per territori abituati (specie nel passato) a grandi nevicate. Nel Pesarese l’altezza del manto nevoso si attesta in media tra i 50 cm. ed 1,5 metri sin dall’immediato entroterra, ma in alcune località del Montefeltro i cumuli bianchi arrivano addirittura a 5 metri! Pergola, Fossombrone, Urbino ed Acqualagna sono solo alcune delle località del Pesarese ad essere paralizzate dalla neve. Nel resto della regione non va meglio, dall’Anconetano all’Ascolano le stesse scene, con neve che va da oltre 1 metro fino a 3,5 metri di altezza dal Fabrianese ai Sibillini, anche a bassa quota! La frazione di Foce di Montemonaco, sotto il Vettore, rimane isolata da una valanga che accumula fino a 6 metri di neve sulla strada.
Ancora moltissimi problemi su tutte le arterie della regione e sulla linea ferroviaria Ancona-Roma: ovunque non si sa come rimuovere i muri bianchi che ostruiscono la circolazione. Non si contano i casolari isolati ed i crolli di tetti, mentre scuole e industrie rimangono chiuse in moltissimi Comuni.
Il 28 gennaio, la situazione precipita anche sulla costa, per l’intensificarsi dei fenomeni nevosi: già durante la nottata diversi cm. di neve erano scesi ad imbiancare le spiagge del Pesarese e dell’Anconetano, ma è in serata che una vera e propria bufera di neve investe l’intero litorale, facendo sì che scatti la chiusura di tutti i caselli dell’A14, da Gabicce a Pedaso. Prima che questa giornata campale si chiuda, a Fabriano la neve ha toccato i 130 cm., a Macerata i 60 cm. e a Pian dell’Elmo (sotto il Monte San Vicino, a 1000 mt. slm) si va oltre i 2,5 mt.! Bolognola, località sciistica a 1300 mt. c.a, nell’Alto Maceratese, si ferma a 180 cm.. Questi sono solo alcuni dati che comunque danno l’idea della portata del fenomeno, sicuramente storico per la mia regione e secondo alcuni paragonabile solo alle grandi nevicate avutesi nel 1956!
Sabato 29 gennaio è ormai il 7° giorno consecutivo che nevica nell’entroterra. L’altezza del manto nevoso cresce ancora, e ormai la vita è paralizzata in buona parte della regione: scuole, uffici e fabbriche sono chiuse, non si contano i crolli e le strade rese impraticabili dal manto bianco. Viene chiesto lo stato di calamità ed interviene addirittura l’esercito per sbloccare la situazione nelle aree più colpite. Ecco alcuni dati su tutti: la neve nei comuni di Carpegna e Montecopiolo, nel Montefeltro (alto Pesarese) si aggira tra i 3 ed i 5 metri, a Pennabilli, pittoresco paesino sempre nel Pesarese, si superano i 2 metri di spessore. Fabriano raggiunge gli 1,5 metri di neve, ma questa arriva a 3 metri nelle frazioni sopra la città. Anche Macerata è duramente colpita: nevica forte per gran parte del giorno e ormai si toccano gli 80 cm.. Ad Arcevia (AN), superato il metro di altezza, e siamo ad appena 400 mt. slm.. Le colline intorno alla costa, specie dalla provincia di Ancona in giù, sono anch’esse “seppellite” dal manto bianco ed i collegamenti rimangono assai difficoltosi.
Molti i black-out in diverse località della regione. Solo dalla serata di sabato la situazione sembra migliorare decisamente, anche se si attardano le ultime nevicate, specie nell’interno e nel sud della regione.
Ma ormai il peggio è passato e mentre l’Abruzzo fa ancora i conti con intense bufere di neve fin sulle coste, le Marche tirano finalmente un sospiro di sollievo. Domenica e poi lunedì il sole, dopo una settimana di cieli cupi e nevicate incessanti, irradia finalmente gran parte delle Marche. Il paesaggio è irriconoscibile, specie all’interno, dove un mare bianco alto sempre più di un metro ricopre ogni cosa. E se le temperature massime aumentano leggermente, grazie al soleggiamento, la notte si scende decisamente sottozero, specie all’interno: Fabriano precipita sui -8.5° lunedì notte e il girono dopo la minima si attesta sui -7°. Ora il problema principale è il ghiaccio, che crea disagi sia ai passanti che ai veicoli sulle strade, anche perché di giorno la neve al sole si scioglie ma col calar del sole l’acqua si trasforma in lastre di gelo. La situazione, comunque, già da lunedì si appresta a tornare alla normalità, seppur ancora con mille problemi e mille disagi.
Ma di sicuro i Marchigiani, anche quando tutta questa neve si sarà sciolta, non scorderanno facilmente un evento così straordinario come quello appena vissuto, che farà passare alla storia il gennaio del 2005!