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Gennaio 2005: freddo sì ma non troppo, neve sì ma non per tutti

di Massimo Aceti
06 Feb 2005 - 18:39
in Senza categoria
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gennaio-2005:-freddo-si-ma-non-troppo,-neve-si-ma-non-per-tutti
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La costa abruzzese si presentava così solo pochi giorni fa. Foto di Roberto Sebastianelli.
Il MeteoGiornale ha già dato ampio spazio e documentazione di quanto avvenuto nell’ultima decade di gennaio. Una colata di aria gelida proveniente dal “Grande Nord” ha preso possesso del Bacino del Mediterraneo e ha generato un vortice depressionario che ha insistito per più giorni sul centro-sud italiano. Il nord è stato a guardare, addirittura in un primo momento le temperature nel bacino padano si sono alzate causa i venti di caduta dai rilievi alpini.

Si è già spiegato che l’aria arrivata era gelida alle alte quote, ma anche come abbia fatto fatica a trasferire tutto il suo potenziale di freddo al suolo. Anche nelle zone dove è nevicato le temperature non sono state particolarmente basse. Un fattore determinante nello sfavorire un ulteriore abbassamento delle temperature rispetto a quanto accaduto, è stato la mancanza del “vero” freddo nell’Europa carpatico-danubiana. I venti che hanno soffiato da nord est sul nord Italia ad esempio, non potevano essere realmente gelidi in quanto provenivano da zone che freddissime non erano.

Si è già scritto invece che gli accumuli nevosi sulla dorsale adriatica e in alcune zone dell’Appenino campano e lucano, così come in alcune zone della Sicilia, sono stati straordinari, come da anni non capitavano. Le Marche sono state probabilmente la regione più colpita dalle abbondantissime nevicate, con accumuli che hanno superato il mezzo metro fin nelle zone a ridosso della costa. Sulla costa adriatica invece, dalla Romagna al Molise, le nevicate che si sono avute non sono state eccezionali, anche se bisogna tornare alla fine del 1996 per trovarne di altrettanto copiose.

Un episodio dunque che in alcune zone appenniniche e pre-appenniche rimarrà probabilmente impresso a lungo nella memoria collettiva, passerà cioè alla storia.

Dal punto di vista del freddo invece, l’episodio non si pone tra i principali che abbiano interessato l’Italia negli ultimi 50 anni. Lasciando stare i “mitici” 1956 e 1985, ho provato a confrontare i dati termici degli ultimi giorni del gennaio ultimo scorso, con quelli di mesi di gennaio del passato che pochi, a molti anni di distanza, ricordano, e che pure sono stati ben più gelidi.

C’è però da rilevare come complessivamente, considerandolo per intero e non solo gli ultimi 10 giorni, il gennaio 2005 sia stato lievemente più freddo, di appena 0.3°C, rispetto alle medie di gennaio del periodo 1961/90, un trentennio già piuttosto freddo. Già questo, in periodo di “panico” da Global Warming, e dopo un’estate 2003 e un autunno 2004 che hanno “stracciato” molti record di caldo nella nostra Penisola, può essere una buona notizia.
Il mese appena concluso è stato più freddo della norma di oltre un grado in Sardegna, di circa un grado in Sicilia e nel settore tirrenico centrale, di circa mezzo grado nel settore adriatico centrale, nella norma al nord est e sopra norma di circa mezzo grado al nord ovest, dove ha fatto notizia per la mancanza di precipitazioni.

Facendo una considerazione su queste ultime, si nota come la situazione stia diventando critica in Liguria, settore centro-occidentale soprattutto, dove gennaio ha chiuso con 0 mm di accumulo a Genova, ad Albenga, a Capo Mele e ad Imperia.
Da tempo ormai la posizione dell’anticiclone atlantico, troppo proteso verso nord e verso est, sfavorisce le nostre regioni di nord ovest, Piemonte e Liguria in primis. Ne sono palese testimonianza anche le Alpi quasi spoglie di neve.

Ma tornando all’argomento freddo, si può evidenziare come, su base nazionale, non ve ne sia stato di eccezionale portando a confronto i dati di questo gennaio con quelli dello stesso mese del 1963, del 1968 e del 1979, senza quindi scomodare il 1985.

I giorni più freddi sono stati il 28 ed il 29, quando la media termica nazionale, basata su circa 100 stazioni del circuito AM/ENAV, è stata rispettivamente di +1 e +0.8°C. La media complessiva dell’ultima decade è stata invece di +3.4°C, rispetto ad una media trentennale dell’ultima decade di gennaio di +5.8°C. Il dato è significativo ma non eccezionale.

Riducendo l’analisi a 23 città tra le principali italiane, 8 del Nord, 6 del Centro, 7 tra Sud e Sicilia, 2 della Sardegna troviamo sempre che i giorni più freddi sono stati il 28 e il 29 gennaio con medie di +2.1°C.

Durante il gelido gennaio 1979, analizzando i dati delle medesime 23 località, si notano 2 giornate in cui la media complessiva è scesa sotto lo zero, e ben 8 sotto i 2°C.
Tra le località adriatiche, si nota il calo repentino che la temperatura subì a Pescara, passata dai +19°C del giorno 1 ai -13°C di minima del giorno 4; similarmente Ancona passò da +17°C a -11°C. Quest’anno le due località non sono scese sotto i -1.5°C (temperature più basse si sono registrate solo in questi ultimi giorni di febbraio).

Nel 1968 il gelo colpì l’Italia soprattutto tra i giorni 11 e 14 gennaio, con temperature medie sulle 23 località comprese tra -1.5°C e +0.6°C.
Il freddo interessò tutto lo Stivale, ma in considerazione delle peculiarità climatiche medie, fu più feroce al centro-sud.
Reggio Calabria e Messina ebbero temperature massime di appena +4°C il giorno 14, Napoli scese a -4°C, Roma a -8°C; il giorno 13 Campobasso ebbe estremi di -10/-7°C, Pisa di -12/+1°C, Venezia di -12/0°C; Bolzano ebbe una massima di -5°C il giorno 14. Durante l’attuale ondata di gelo Bolzano non è mai scesa sotto i -7°C.

Ancora maggiore la differenza col terribile gennaio 1963, il cui periodo freddo proseguì poi per parte del mese di febbraio. In quel caso la giornata “clou” fu il 23 gennaio, quando la media sulle 23 località si fermò a -2.7°C, con valori, senza esagerare, polari da nord a sud. Bolzano ebbe una minima di -16°C, Torino di -15°C, Milano di -13°C, Trieste di -8°C; Campobasso e Potenza ebbero estremi di -11/-9°C, Bari di -4/0°C, Palermo di 0/+6°C. Durante quell’inverno il freddo durò a lungo, tanto che le medie di gennaio e febbraio insieme, sono le più basse degli ultimi 50 anni.

I dati sopra esposti palesano come senza dubbio alcuno l’ondata artica di fine gennaio 2005 non entrerà nella storia in quanto a freddo, ma bisogna anche rimarcare come temperature sotto norma stiano caratterizzando anche questo inizio di febbraio, con valori non eccezionalmente bassi ma mediamente sotto la media del periodo di 2-3 gradi. Nel trend degli ultimi 15 anni, un periodo invernale costantemente sotto media per oltre 10 giorni, e con la prospettiva che possa rimanerci per almeno qualcun altro (l’Europa orientale sta divenendo una ghiacciaia e l'”Orso” russo si è svegliato), rappresenta una novità da salutare con interesse.

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