Abbiamo già avuto modo di appurare come gli eventi di gelo e neve si verifichino molto di rado in prossimità del Natale. Il periodo natalizio risulta spesso mite, in quanto le correnti d’origine atlantica raggiungono la massima intensità, portando spesso periodi miti e piovosi anche sull’Italia.
Bisogna tornare indietro a ben 23 anni fa per una delle più rilevanti irruzioni russo-siberiane mai avvenute negli ultimi decenni, appena dopo il Natale. I rigidi venti delle steppe invasero prima l’Europa Centro-Orientale a Natale con l’Italia che venne contestualmente raggiunta da una depressione dalla Spagna.
Fu proprio questo vortice a favorire il richiamo gelido, in moto retrogrado lungo il bordo orientale dell’anticiclone russo-scandinavo in successivo spostamento sul cuore dell’Europa. Una dinamica davvero da manuale, con il grande freddo che andò a tracimare in grande stile sull’Italia nel corso del 26 dicembre.
Il gelo si propagò poi a tutta l’Italia il giorno 27 dicembre. Trattandosi di aria così gelida continentale, quindi rigida nei bassi strati, le temperature piombarono sottozero su molte zone della Penisola dando luogo a giorni di ghiaccio anche con il sole, mentre la neve si spinse fin sulle coste tra Medio Adriatico e Sud.
Successivamente, il deposito del grande freddo nei bassi strati formò il tipico cuscinetto gelido, che favorì la cosiddetta neve da addolcimento al sopraggiungere di una perturbazione atlantica. Nevicò così diffusamente fino in pianura al Nord, sulla Toscana, sull’Umbria e sull’Alto Lazio.
Una successiva perturbazione portò la neve il 30 dicembre e poi ancora nella notte di Capodanno in Val Padana principalmente sul Nord-Ovest, ma fiocchi abbondanti, soffiati dalla Tramontana, interessarono anche Genova allo scoccare della mezzanotte.
Fa sensazione ripercorrere le tappe di quanto accaduto, in quanto questo tipo di dinamiche così gelide sono divenute sempre più rare, mentre erano ben più frequenti tali episodi tra gli anni ’50 ed ’80 dello scorso secolo.