In Italia si respira meteo invernale, anche se quello vero è più freddo di quello che fa, infatti la temperatura, seppur sensibilmente in discesa, è prossima alle medie del periodo. Non siamo interessati da alcuna ondata di gelo, non c’è il Burian, a malapena c’è una fase di freddo.
Quello che fa clamore, anche sotto l’aspetto scientifico, è il repentino cambiamento meteo che abbiamo avuto, con il passaggio da un autunno molto mite ad un clima da inizio inverno. Eravamo in fortissime anomalie della temperatura, faceva troppo caldo per il periodo, e la differenza di temperatura ci porta a percepire una situazione di freddo superiore a quella reale.
Insomma, ci siamo tropicalizzati, e il freddo nella media appare come un’ondata di freddo, così che anche la notizia di eventuali nevicate sino alla Valle Padana, appare come un evento raro. Ed in effetti per certi verso lo è se andassimo a ripercorrere gli ultimi inverni.
Osservando ad est del Continente europeo si vedono scenari che ci sembrano insoliti per il periodo dell’anno. Ma abbiamo anche noi la memoria corta. Ad esempio, a metà novembre 2016 Mosca fu interessata da gelo a -10°C, ma una forte perturbazione anziché neve porto un gelicidio da record che mandò in tilt la grande metropoli, poi ci furono intense nevicate.
Ma Mosca non è l’Italia. In questa città il freddo invernale è una cosa seria.
In questo periodo dell’anno, l’aria gelida della Russia siberiana scavalca la catena montuosa degli Urali, interessa sovente la Russia europea, genera ondate di gelo nella regione del Mar Nero ed in Turchia, dove le nevicate tardo autunnali sono intensissime.
Ma può anche succedere quello che davano precedenti previsioni, che il gelo russo si spinga più ad ovest, anche in Italia. Ed anche su ciò ci sono tanti precedenti, neppure molto distanti da oggi.
L’anomalia è che il calendario, nonostante la mitezza degli ultimi mesi, è andato avanti, e tra una decina di giorni saremo nell’inverno meteorologico, e non siamo pronti al cambio di stagione.
Anche New York, città ben più che l’Europa esposta alle ondate di gelo è andata in tilt per circa 20 centimetri di neve. Ciò perché dopo un periodo mite è stato sottovalutato l’effetto di una tormenta di neve, che seppur molto intensa, non è un evento meteo inedito per il periodo nella grande città americana.
Lo è ancor di più che nevichi in Texas come è avvenuto, e ciò a più riprese.
In Italia il grande freddo viene dalla Russia, e lo chiamiamo gelo, anzi Burian.
Il freddo russo si sposta contrario alle correnti prevalenti che soffiano da occidente, le quali anche se ai bassi strati sono flebili per i venti oceanici sono rallentati dalle alte pressioni, in alta quota soffiano perennemente.
Il freddo russo è una massa d’aria gelida vasta vari milioni di chilometri quadrati, molto fredda nei bassi strati dell’atmosfera, che con l’avanzare della stagione si espande in ogni direzione. Penetra attraverso la più sottile vulnerabilità, ed è allora che in Europa con il gelo.
L’Italia, seppur protetta dall’arco alpino dai freddi venti artici, meno freddi di quelli russi, lo è assai meno gelidi da quelli siberiani, del Burian.
Inoltre, nel Mediterraneo di solito si formano delle basse pressioni che attirano verso sud ovest l’aria gelida dai Balcani, ed il nostro Paese viene interessato anche da nevicate. Questo è avvenuto in varie circostanze in questi anni, mentre in passato pare che avvenisse con maggiore frequenza e durata.
In questa fase meteorologica non dovremmo avere un’ondata di gelo e neve diffusa, ma più avanti, considerata la circolazione atmosferica generale, potremmo esserne esposti. E più andrà avanti la stagione, più il freddo ad est aumenterà per espandersi in ogni direzione, sempre che non ostacolato in Europa dai venti oceanici.
Il freddo che viene dalla Russia ha un’evoluzione complessa, si fatica molto a fare previsioni a lungo termine, in quanto numerosi fattori concorrono anche a respingerlo verso oriente.
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