Il grande gelo, che dura da ormai due settimane, sta giungendo alle battute finali: nello scacchiere barico euro-atlantico sono già avvenuti dei fatti importanti, sintomatici di questo cambio circolatorio. Il Ponte di Weijkoff, che ha aperto l’autostrada per il gelo siberiano verso l’Europa, è già crollato. L’alta pressione delle Azzorre, molto forte in Aperto Atlantico, sta favorendo una discesa di natura artico-marittima verso parte del Continente, ma l’obiettivo principale non sarà l’Italia, quando piuttosto il comparto balcanico. Tuttavia, rispetto al lago gelido attuale, la colata artica porterà aria relativamente più addolcita.
Questo affondo meridiano dovrebbe però essere solo una breve parentesi e nell’arco di qualche giorno dovrebbe tornare a prevalere una spinta maggiormente zonale, favorevole ad un progressivo addolcimento termico sull’Italia, ma anche gradualmente un po’ su tutta Europa. Il Vortice Polare avrà un ruolo assolutamente decisivo in tutto questo: la sua recente debolezza è stata fondamentale perché ha permesso al ponte di blocco anticiclonico di restare in vita così a lungo. Ma cosa ha indebolito così tanto il Vortice Polare, dopo mesi in cui era l’assoluto protagonista? Bisogna tornare indietro di diverse settimane, al mese di gennaio, quando i ripetuti riscaldamenti in sede polare al livello della Stratosfera hanno creato i presupposti per una destabilizzazione del grande Vortice Artico.