Una notte nel freezer, quella appena trascorsa negli Stati Uniti nord-orientali, dalla Pennsylvanya allo stato di New York e poi su fino al Maine, passando per gli altri 5 stati del New England.
La cellula anticiclonica con valori massimi sui 1035 mb. stanziatasi in loco dal Quebec, ha favorito fenomeni di inversione termica e di forte irraggiamento notturno, in aree peraltro già innevate anche abbondantemente dai blizzard del 9 dicembre scorso. E coi cieli sereni e i venti calmi o deboli, non c’è da meravigliarsi che la regione abbia sperimentato un freddo in molti casi quasi da record…
Ecco alcuni valori minimi: partiamo dalla “solita” Saranac Lake, incastonata tra le basse montagne dell’interno dello stato di New York. Qui il termometro segna ancora in questo momento ben -31°C, vicino al record di -33° del 1976. Inoltre ieri la massima non ha superato i -11°C, grazie a un gelido vento settentrionale.
New York City si sta svegliando con -9°C al Central Park, ma basta lasciare l’Oceano e l’isola di calore della megalopoli per sprofondare ai -19°C di Poughkeepsie (NY). Il record per la Grande Mela, in questo periodo, è comunque di -11°C, avutisi sempre nel 1976.
Anche tra New Jersey e Pennsylvanya valori glaciali con punte minime sotto i -20° e -11° a Pittsburgh e Filadelfia. Atlantic City e le sue spiagge sull’Oceano avevano appena -12°, sempre stamani all’alba.
Salendo nel New England si fanno notare le punte di quasi -30° nel Vermont e nel New Hampshire, mentre Boston ha toccato -12°, comunque ancora lontani dai -17° che sono il record per questa data.
E tra domani e venerdì la regione vivrà una nuova fase di pesante maltempo invernale, con possibili bufere di neve nelle zone interne ed episodi di gelicidio sulle coste o all’estremo sud (vedi New Jersey e Pennsylvanya meridionale). Il tutto per un sistema perturbato da w-sw.