Forse non tutti sanno che, con una temperatura al suolo pari o inferiore allo zero, non sempre nevica ma può cadere la precipitazione sotto forma di pioggia, quando incontra strati in atmosfera più miti e con temperature superiori a zero gradi. E’ quello che sta accadendo su parte del Nord Italia, dove la pioggia gelata è causa di condizioni di vera e propria emergenza, specie al traffico stradale.
Questo fenomeno, non certo così comune, è chiamato gelicidio, il quale altro non è che un tipo di precipitazione sopraffusa (acqua allo stato ancora liquido nonostante temperature al suolo uguali o inferiori a 0°C), che tende a congelare all’istante non appena tocca una qualunque superficie o un qualunque oggetto.
Il gelicidio viene chiamato anche vetrone o galaverna, pur trattandosi di un fenomeno che non ha nulla a che fare con i processi che portano alla formazione della brina. La pioggia che gela al suolo genera una patina di ghiaccio trasparente fortemente scivolosa, estremamente insidiosa. Il gelicidio causa forti danni anche alla vegetazione.
Tale fenomeno, per avvenire, richiede come presupposto notevoli rimonte d’aria calda, le quali vanno a scorrere al di sopra un sottile strato d’aria molto fredda intrappolato al suolo o sui fondivalle (inversione termica). L’irruenza e l’entità di un’avvezione calda fanno dunque la differenza tra una semplice nevicata da cuscinetto (fenomeno decisamente più ricorrente) ed il rischio invece di eventuale gelicidio.
Fra i vari eventi importanti di gelicidio, in tempi relativamente recenti spicca quello del 22 dicembre 2009 con un eccezionale episodio avvenuto sulla città di Genova, tutt’altro che avvezza col fenomeno e mai verificatosi con tali proporzioni a memoria d’uomo. In quasi tutti gli inverni si possono comunque verificare episodi di gelicidio, talvolta molto localizzati. Il 25 marzo 2013 un eccezionale gelicidio paralizzò Trieste.