Temperature più “umane”:
il passaggio dell’impulso d’aria fresca ha portato con sé secche correnti settentrionali. Oltre al calo delle temperature, l’aspetto più importante è certamente la diminuzione degli alti tassi di umidità, quelli che hanno reso il caldo africano insopportabile. Una tregua “rinfrescante” di 48 ore, della quale sarà bene approfittare perché nei prossimi giorni avremo dovremo affrontare non pochi patemi fisici.
Luglio double-face:
non abbiamo ancora in mano i dati puntuali per stilare un bilancio definitivo, ma perlomeno siamo in grado di farci un’idea sull’andamento del mese di luglio. Certamente è stato un mese dai due volti: una gran parte segnata dall’instabilità diurna sia per via delle fresche correnti orientali, sia per le ingerenze atlantiche. Il blocco altopressorio che ha stazionato per lungo tempo tra il Regno Unito e la Scandinavia, ha segnato – pesantemente – la prima parte di questo lungo percorso. In seguito c’è stato quello che più volte abbiamo definito un riassetto barico, ovvero il ritorno in scena dell’Atlantico ma in posizione per noi deleteria. Gli affondi ciclonici hanno scelto la via meno dispendiosa, quella Iberica, priva di ostacoli in grado di fiaccarne le velleità di conquista. E’ stato allora che l’Alta Africana, latitante, ha avuto modo di riaffacciarsi minacciosamente sul nostro Paese.
La nuova fiammata:
è nell’ambito di questa configurazione che va ricercata la terza, possente rimonta anticiclonica. Ad ovest del Regno Unito permane un’intensa attività ciclonica e gradualmente assisteremo all’approfondimento di una vasta zona depressionaria il cui asse d’inclinazione si disporrà verso le Azzorre. Quella che anni fa definimmo “falla Iberica” continuerà ad attrarre a sé gli impulsi perturbati, alimentando la struttura altopressoria con l’aria rovente proveniente dall’entroterra algerino. Fin da domani, ancor più nel fine settimana, le temperature riprenderanno a salire.
Persistente anomalia termica positiva:
viste le premesse, c’eravamo illusi che l’Estate potesse riacquistare quei canoni tipici delle nostre lande. Invece no, ci stiamo scontrando con quel trend che ha dominato l’ultimo decennio, ovvero una persistente anomalia termica positiva. Analizzando il profilo termico non possiamo far altro che confermare la poderosa espansione, tuttavia non sembra ci siano le condizioni per raggiungere gli eccessi registrati ultimamente. Per intenderci: alla quota di riferimento degli 850 hPa (1500 metri di altitudine, circa) difficilmente si supereranno i 20°C. Ma è bene sottolineare che basterebbe un non nulla affinché isoterme ancor più elevata riescano ad invadere il Mediterraneo.
Il lungo termine:
il braccio di ferro tra la circolazione atlantica e l’Anticiclone Africano proseguirà. In alcune proiezioni modellistiche si scorgono due ipotesi contrapposte: da un lato un’azione perturbata convincente, in grado di riportare persino un po’ d’instabilità e un netto calo termico sin sull’Italia; dall’altro una persistente falla iberica in grado di determinare una prosecuzione del caldo africano fino a Ferragosto. Due facce della stessa medaglia, difficile dirvi fin da ora quale delle due si mostrerà ai nostri occhi.
Focus: evoluzione sino al 13 agosto 2013
Il tempo è splendido, il clima caldo ma tutto sommato gradevole grazie all’apporto delle secche correnti settentrionali. Nei prossimi 5-7 giorni avremo condizioni di marcata stabilità anticiclonica, ma ovviamente quel che preme sottolineare è il forte rialzo termico accompagnato da tassi di umidità relativa assai alti. Il ché vuol dire che il caldo afoso abbraccerà tutto il Paese e renderà il clima rovente.
Probabilmente non ne usciremo sino a fine periodo ed anzi, verso il 10 d’agosto non escludiamo un ulteriore incattivimento dell’ondata di caldo.
Evoluzione sino al 18 agosto 2013
Sotto ferragosto si apre quel ventaglio di ipotesi paventato pocanzi: potrebbe proseguire l’ondata di caldo, ma non è da escludere un intermezzo Atlantico di tutto rispetto. Al momento, secondo la nostra esperienza, potrebbe prevalere la prima possibilità.
In conclusione.
L’estate africana, fino a metà luglio un lontano ricordo, ha deciso che è arrivato il momento di confermare quel cambiamento di pattern che ha caratterizzato l’ultimo decennio.