Il lavoro è stato condotto da Simone Russo, Jana Sillmann e Erich M. Fischer utilizzando i dati del Centro comune di Ricerca dell’Unione europea dell’Ipsra, in Italia.
La conclusione principale di questa ricerca è che il numero delle ondate di calore e la loro intensità aumenterà nei prossimi due decenni. Si è giunti a tale risultato sviluppando un nuovo modello delle ondate di calore. In particolare, è stata analizzata la poco conosciuta ondata di caldo che colpì la Scandinavia nel 1972 ed è stata costruita una metrica che servirà come confronto per i nuovi episodi e per prevedere al meglio le ondate di calore future.
I ricercatori ritengono che l’evento del 1972 sia molto simile, come dinamiche, alla terribile ondata di calore che nel 2003 colpì l’Europa. Gli scienziati hanno introdotto una semplice funzione matematica, un indice di calore identificato dalla sigla “HWMid” per confrontare gli eventi nello spazio, nel tempo e nell’intensità, un metodo di lavoro che può essere letto nella pubblicazione in “Environmental Research Letters”.
Questo indice mostra che tutti i record precedenti furono sgretolati nel 2010 dalla super ondata di calore che si abbattè in Russia. In particolare, l’estensione territoriale era due volte superiore all’ondata di calore in Europa (2003) e in Finlandia (1972) e anche la sua intensità è stata maggiore. Dai dati del passato e dalle indagini dei modelli meteorologici, gli scienziati stimano nei prossimi 20 anni vivremo un’altra ondata di calore simile a quella del 2003 e il fenomeno avrà un tempo di ritorno di circa 30 anni.