Sembra una costante, ma ogniqualvolta che i temporali colpiscono il Nord Italia, seppure con episodi locali e circoscritti (come è tipico di queste fasi instabili estive post avvezione calda), lasciano la loro impronta distruttiva. Avevamo lungamente sottolineato che i contrasti in gioco erano tali da lasciar presagire il rischio concreto di eventi di maltempo particolarmente aggressivi. Così è stato, con una serie temporalesca che ha scosso, nel corso della giornata di mercoledì, le aree alpine e prealpine fra Alto Piemonte, Alta Lombardia e, più marginalmente, Trentino Alto Adige.
Il bilancio dell’ondata di maltempo è stato pesantissimo, soprattutto nel settore agricolo: la Coldiretti sta facendo il primo report dei danni per chiedere lo stato di calamità naturale per la Lombardia. In provincia di Varese il maltempo non ha risparmiato mais, cereali, frutteti, vigneti, al punto che e’ andato perduto fino al 50% del raccolto. Nel capoluogo varesotto il nubifragio, per le fortissime raffiche di vento, ha abbattuto diversi alberi.
Situazione drammatica anche nel Comasco, con punte di oltre il 35% di danno al mais, e nel Canturino. In alcune aree della provincia, sulla località di Albese, sono caduti quasi 100 millimetri di pioggia. Non è andata certo meglio nel Canton Ticino, con punte di oltre 120 millimetri di pioggia: colpiti in particolare il Locarnese, la Valle Maggia, il Luganese e Mendrisiotto, causando importanti disagi. Momenti di apprensione per una famiglia a Capolago, a ridosso del Monte Generoso, dove una famiglia ha rischiato d’essere travolta da una valanga di fango.
In queste situazioni spesso i nubifragi colpiscono con maggiore enfasi tra le zone pianeggianti e montuose, quindi a ridosso dei rilievi che, con la loro orografia, fanno da trampolino ideale per l’accentuazione della potenza di sfogo cellule temporalesche. Se ne è avuta una prova anche sull’Alto Piemonte: la furia più devastante dei temporali ha spazzato in particolare il biellese, ma piogge torrenziali sono cadute anche sulla parte alta del torinese.
Su Biella, dove sono caduti quasi 120 mm di pioggia, è stata segnalata persino la formazione di una vera e propria tromba d’aria, anche se spesso bastano le sole violentissime raffiche di vento (downburst temporaleschi) a causare danni importanti persino alle strutture abitative. Nel quartiere di Pavignano, dove si è concentrato il “clou” del maltempo, si è incendiata una cabina elettrica. Tutto ciò accadeva mentre le pianure del Po erano letteralmente infuocato dall’alito rovente del Garbino, con punte termiche di quasi 40 gradi misurate in Romagna.