Il roboante vortice ciclonico a 964 hPa sopra il Mare di Norvegia ruba la scena meteorologica odierna. Il dislivello barico che si viene a creare con le aree altopressionarie centro-europee (1016 hPa) è notevole. I venti che cavalcano questa onda pressionaria sono vigorosi, spingendo verso le Alpi fronti variabili.
La risalita altopressionaria presente sull’Italia (1016-1012 hPa) non è campo fertile per le nuove incursioni fredde settentrionali, relegando tutta l’instabilità oltralpe. Permangono due leggeri disturbi mobili sulle aree di confine occidentale ed orientale (1007 e 1006 hPa).
Sul resto del Continente si può notare che ad occidente l’anticiclone delle Azzorre è pieno padrone con il suo sfolgorante picco a 1029 hPa, mentre ad oriente si verificano alcune instabilità dovute ai contrasti termici tra l’alta pressione mediterranea e la discesa fredda settentrionale. La depressione a 998 hPa è prossima ai contrasti con il baluardo altopressionario russo a 1020 hPa.
Il Meteosat mette in risalto la bellissima struttura ciclonica posizionata al centro del Mare di Norvegia, evidenziandone la profondità.
L’allargamento azzorriano verso oriente ha determinato uno spostamento della discesa fredda settentrionale. L’instabilità è diffusa sui territori austriaci sino a protendersi al Golfo di Trieste. Allo stesso tempo si può osservare la resistenza alpina nei confronti degli attacchi settentrionali. L’intera catena montuosa è ricoperta da nubi, pronte a dissolversi in suolo italico frantumate dall’alta pressione mediterranea.
La stabilità meteorologica sopra tutta la Penisola Iberica contagia anche in parte la Francia, mentre ad oriente il lungo fronte freddo sovrastante San Pietroburgo devia il freddo verso Mosca, sorvolata da nubi stratiformi ricche di fiocchi di neve.