L’alta pressione atlantica fa la voce grossa nei confronti di una nuova organizzazione ciclonica nord-atlantica. Il perno a 1022 hPa, stazionario sulla Penisola Iberica, raccoglie nuova linfa dal proprio motore vitale a 1028 hPa; il fronte freddo protratto dal vortice ciclonico polare a 982 hPa si infrange contro questo muro.
Sul Mare del Nord spicca imperioso il monte anticiclonico a 1035 hPa. La sua nuova posizione determina la brusca interruzione delle folate fredde artiche, infatti il vortice artico a 983 hPa si trova ingabbiato alle sue alte latitudini.
Ciò che invece ha pieno campo di operare è il ciclone mediterraneo. Di provenienza artica e di deviazione balcanica, oggi, l’unione delle depressioni fredde a 1008 e 1009 hPa staziona prepotentemente sopra l’Italia. I loro fronti freddi si scontrano con i residui altopressionari mediterranei sfociando in rovesci e temporali sopra le nostre Regioni centro-meridionali.
Le intemperanze odierne continentali sono tutte concentrate sopra il nostro Territorio. La massiccia copertura nuvolosa che avvolge i nostri settori centro-meridionali produce piogge e nevicate sparse, alimentate dai venti freddi di derivazione balcanica.
Ad occidente i cieli limpidi segnano l’inizio della primavera, l’aria fredda si limita a lambire l’oriente francese.
Nubi fredde brillanti sovrastano le aree settentrionali scandinave, è il novo fronte artico che non trova vie di passaggio attraverso il rimontante anticiclone britannico.