Vortice Polare sull’Europa:
la dinamica fu descritta a suo tempo, ma nonostante l’argomento sia stato ampiamente trattato è bene ricordarvi che quanto sta avvenendo in queste ore è strettamente associabile all’intrusione di una parte del Vortice Polare nel cuore del Continente. Non un semplice nucleo artico, quindi, piuttosto un’ampia circolazione ciclonica dai geopotenziali bassissimi e continente aria a dir poco gelida alle alte quote. Aria gelida che ha avuto modo di catapultarsi al suolo tramite le precipitazioni e testimonianze in tal senso sono giunte anche dai recenti accadimenti nostrani.
Fenomeni violenti:
avendo a che fare col Vortice Polare il rischio che potessero aversi manifestarsi atmosferiche violente era elevato. Ed in effetti è andata realmente così. I temporali sono esplosi con estrema facilità, con essi i nubifragi, le grandinate e i colpi di vento. Ma qual’è stata la causa scatenante? Al di là dell’intensità degli impulsi perturbati da ovest, notevolissima, non dobbiamo scordarci che si veniva da settimane di dominio anticiclonico e conseguenti temperature superiori alla norma. L’aria mite è servita da carburante, mentre la fredda da innesco. Ed è così che siamo giunti ai fenomeni violenti del fine settimana.
Siamo soltanto all’inizio:
tutto finito? Assolutamente no. Possiamo dirvi che siamo appena all’inizio di un periodo che si preannuncia turbolento e dai connotati prettamente invernali. Al di là del Vortice Polare, ancorato al di là delle Alpi, l’attenzione va rivolta necessariamente allo sviluppo di una struttura ciclonica a ridosso delle coste francesi. Tale struttura, già presente, scivolerà verso il Mediterraneo occidentale e si approfondirà ancora, sviluppando un’ampia Bassa Pressione proprio sui nostri mari. Inizialmente si attesterà ad ovest della Sardegna, ma poi procederà verso est risucchiando aria fredda dall’ampio lago artico presente in Europa. Si aprirà così, già da domani, una fase perturbata duratura e particolarmente incisiva.
Nevicherà ancora:
il temporaneo rialzo termico di domani, indotto dai venti di Libeccio, lascerà strada ad un nuovo abbassamento delle temperature a partire da mercoledì. Col calo delle temperature, che si dirigeranno nuovamente al di sotto delle medie stagionali (soprattutto al Centro Nord), avremo una discesa dello zero termico e della quota neve. Al settentrione vedremo nevicare in pianura, sulle centrali e in Sardegna a quote collinari. Al Sud e Sicilia nevicherà a quote leggermente superiori, diciamo dagli 800-1000 metri in su (pur con tutte le eccezioni del caso).
Poi cosa succederà?:
A questo punto dobbiamo introdurre un argomento che non mancherà di farci discutere anche nei prossimi giorni: le incertezze modellistiche. Perché se è vero che l’andamento evolutivo settimanale è segnato, è altrettanto vero che non siamo ancora in grado di stilare una linea evolutiva affidabile per la prossima. Due le soluzioni in gioco: la spinta anticiclonica e conseguente incisivo miglioramento, oppure un’altra intensa irruzione artica che se confermata andrebbe a protrarre l’ondata di freddo ben oltre la prima decade.
La risoluzione del problema lo avremo, presumibilmente, entro qualche giorno ovvero quando i modelli avranno inquadrato a dovere l’eventuale riaccorpamento delle masse artiche a ridosso del Canada e l’eventuale spinta zonale in grado di destrutturare il blocco anticiclonico atlantico. Non è detto che ciò accada, perché potrebbe anche accadere che il blocco tenga e a quel punto potrebbe materializzarsi un altro nucleo d’aria fredda nel cuore del Mediterraneo.
Focus: evoluzione sino al 15 febbraio 2015
Domani interverrà un nuovo peggioramento, a partire dalla Sardegna e in successiva estensione alle regioni del Centro Nord. Il maltempo produrrà precipitazioni localmente intense, che in Val Padana (settori centro occidentali) potrebbero assumere carattere nevoso. Altrove la quota neve registrerà un temporaneo lieve rialzo a seguito dei venti di Libeccio in fase di intensificazione. Ma da mercoledì, con l’incedere della depressione verso est, avremo crescenti richiami d’aria fredda e l’ampia ciclogenesi produrrà condizioni di marcata instabilità almeno sino a venerdì. I fenomeni assumeranno carattere nevoso a bassa o bassissima quota, soprattutto nelle regioni centro settentrionali.
Tra sabato e domenica, in un quadro termico comunque invernale, dovrebbe intervenire un parziale miglioramento. A quel punto arriveremo al bivio: si aprirà una fase anticiclonica o giungerà altro freddo? Difficile dirlo. Quel che è certo è che le proiezioni termiche propendono per la prosecuzione di un periodo termicamente sotto media, anche qualora dovesse arrivare l’Alta Pressione.
Evoluzione sino al 20 febbraio 2015
Il periodo successivo verrà condizionato, evidentemente, da quel che potrebbe accadere la prossima settimana. Qualora prevalesse l’ipotesi “freddo”, gran parte del mese di febbraio potrebbe risentire di condizioni meteo prettamente invernali. Se invece dovesse prevalere la soluzione anticiclonica, ecco che si correrebbe il rischio di arrivare verso fine mese con tempo sostanzialmente stabile.
In conclusione.
Vi invitiamo caldamente a seguire i vari approfondimenti settimanali, perché non appena avremo le idee più chiare sui vari scenari evolutivi post-irruzione saremo in grado di stilare una linea previsionale tale da ricoprire gran parte del mese di febbraio.