Quello che non abbiamo visto nel corso di tutto l’inverno rischia di accadere ora nella terza decade di marzo, a primavera avviata. Arrivano infatti sempre più conferme in merito all’evoluzione meteo a partire dal 22-23 marzo, con l’Italia che finirà sotto l’azione di fredde correnti d’origine russa.
I primi evidenti segnali di cambiamento si andranno a creare fra venerdì e sabato, con l’anticiclone che punterà verso nord e porterà i propri massimi di pressione tra il Mare del Nord e il comparto baltico-scandinava, lasciando così più scoperta l’area centro-meridionale europea ed il Mediterraneo.
Inizierà così ad affluire aria molto fredda dapprima di matrice artica e poi russo-siberiana verso l’Europa Centro-Orientale. Il soffio gelido irromperà sul cuore del Continente tra il 20 e il 21 marzo, quindi proprio in coincidenza dell’equinozio di primavera che invece vedrà questo incredibile colpo di coda invernale.
Ne deriverà un consistente e repentino raffreddamento prima sull’area baltico-scandinava e poi sulle nazioni centro-orientali. L’aria gelida, in una seconda fase, continuerà a scorrere con moto retrogrado verso Balcani, Italia e Mediterraneo Centrale.
In Italia questo fiume d’aria fredda, trasportato da correnti di grecale, irromperà ad iniziare dal 22 marzo sul Nord-Est sotto forma della classica Bora rafficosa a Trieste, poi a inizio settimana tutto il Paese sarà sotto scacco del flusso rigido dai Balcani.
Il clima si farà invernale e piuttosto rigido, tra lunedì e mercoledì, quando affluirà il grosso dell’aria fredda che determinerà anche instabilità sulle aree esposte adriatiche del Centro-Sud, ove si avranno nevicate anche a quote bassissime. Non possiamo ovviamente addentrarci sul dettaglio dei fenomeni.
Il calo termico sarà certamente l’evento saliente, con un crollo in picchiata anche di 10-15 gradi, più forte in montagna e sui versanti adriatici. Il raffreddamento sarà ulteriormente esaltato dal vento. Sulle aree più riparate dal vento o non appena il vento si attenuerà si avranno pericolose gelate tardive.
Rammentiamo che le previsioni meteo con validità sino a 5 giorni hanno una maggiore affidabilità, mentre questa decresce man mano che ci allontaniamo nel tempo.
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