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Freddo di nuovo protagonista. Situazione siccità sempre più critica al Nord Ovest

di Massimo Aceti
16 Gen 2006 - 17:02
in Senza categoria
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L'Alpe di Ciamporino nell'alto Piemonte, nella fotografia di Sandra Gobbetti. In questa zona del Piemonte la neve è presente solo ad alta quota.
Da quasi due mesi l’Italia sta vivendo una fase più fredda della media. Non in tutto il mondo va alla stessa maniera; nella costa est statunitense, quella di New York per intenderci, ci si sta chiedendo dove è finito l’inverno. Ma in Italia, ed anche nell’Europa Centrale, il mese di gennaio, così come dicembre, si sta presentando con valori termici sotto norma.

Gennaio dopo una prima decade in norma termica e senza grandi anomalie precipitative (cfr. www.meteogiornale.it/news/read.php?id=12589) è andato via via raffreddandosi, raggiungendo nella giornata di ieri (15 gennaio) una temperatura media sulla base di un centinaio di località di +2.5°C, due gradi mezzo sotto la norma della seconda decade del mese.

Più volte abbiamo sottolineato come questo inverno si stia presentando con caratteristiche tipiche del periodo, che vedono freddo costante, intervallato da brevissimi periodi più miti al Nord e instabilità diffusa al Centro-Sud. L’inverno è infatti la stagione più piovosa al Sud, mentre non lo è affatto al Nord.
Le medie pluriennali sono in questo senso molto chiare: Torino presenta ad esempio precipitazioni medie pari a 40 mm (pioggia o equivalente neve fusa) in gennaio e di 42 mm in dicembre (mesi meno “bagnati” dell’anno), mentre Palermo rispettivamente 72 e 80 mm. Bolzano è ancora più secca di Torino, avendo come somma dei due mesi appena 52 mm di precipitazioni solide o liquide, contro i 180 mm di Napoli.

Appare comunque evidente come una parte del Piemonte e dell’Alta Lombardia soffrano di un crescente deficit idrico ormai tramutato in conclamata siccità, come i loro bacini fluviali siano ai minimi termini di portata, come le Alpi del Nord Ovest, soprattutto nel settore delle Cozie, Graie, Pennine e Lepontine, siano tristemente prive o con pochissima neve fino oltre i 2000 metri di quota. Un deficit idrico che nasce però più che dalla stagione invernale, peraltro ancora più secca del normale, dalle scarse e mal distribuite piogge dei mesi precedenti. Un deficit idrico che se non si risolverà in fretta (e al momento non ci sono segnali in tal senso), potrebbe portare a conseguenze gravi per tutta la nazione, a causa del fatto che l’acqua oltre che alla natura, per uso potabile e all’agricoltura, serve per il funzionamento delle industrie che proprio in questa parte del nostro Paese sono enormemente diffuse.

Ma torniamo all’andamento degli ultimi giorni del mese in corso, che hanno visto un crescente freddo in tutta Italia, colpita dai venti nord-orientali portati dall’alta pressione presente sull’Europa centro-orientale, con l’aria fredda che si è adagiata nelle valli e nelle pianure dove le temperature sono scese fino ad oltre -10°C (-11°4 alla Malpensa e -10.5°C a Bolzano) e si sono portate sotto lo zero anche nelle zone interne del Sud Italia e localmente fin nei pressi della costa (-0.5°C il giorno 13 a Napoli Capodichino). Fanno scalpore le quattro notti consecutive sotto zero di Lecce Galatina, con valore minimo di -6°C che rappresenterebbe il record per questa stazione: tuttavia rileviamo che da un po’ di tempo i record negativi sono un po’ troppo frequenti in questa località e potrebbero anche essere dovuti ad una non perfetta rilevazione o ad altri motivi che alterano il confronto col passato.

Da un punto di vista globale la seconda decade di gennaio si sta presentando più fredda della norma 1961/90 di 1.8°C, con anomalie molto evidenti in Sardegna (-3.1°C), nel Sud peninsulare (-3.0°C), nelle regioni tirreniche (-2.6°C), in Sicilia (-1.9°C) e nelle regioni adriatiche (-1.7°C), meno evidenti al Nord (-1.2°C al Nord Est e appena -0.5°C al Nord Ovest). Al contrario che in dicembre le anomalie termiche sono più pronunciate in pianura e valle che non in montagna. Da notare infatti come le temperature minime del Pian Rosa a 3500 metri di quota siano state negli ultima 5 giorni pari a quelle dell’Aeoroporto della Malpensa.

Gennaio freddo dunque, ma abbastanza secco, non solo al Nord ma anche al Centro, dove la neve in forma molto debole è apparsa ieri lungo il versante adriatico e in qualche altra occasione al Sud. L’alta pressione presente infatti sull’Europa ha escluso ogni velleità nevosa o piovosa su gran parte d’Italia, cosa peraltro non infrequente in gennaio. Il passaggio tra oggi e domani di una perturbazione atlantica potrebbe fornire occasioni per il ritorno delle precipitazioni al nord, ma non tali da scongiurare il rischio siccità, per il quale occorrerà ancora aspettare.

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