Il tempo nei primi giorni della settimana è stato insolitamente piovoso in parte del Queensland, in Australia. Sulla costa del Mare dei Coralli, per esempio, tra domenica e mercoledì sono caduti 145 mm a Mackay. Questo quantitativo supera quello medio del mese di maggio, pari a 117 mm.
L’Ufficio Meteorologico Australiano ha emesso, nelle prime ore di giovedì 12 maggio, un avviso di possibili alluvioni lampo nel Nuovo Galles del Sud. Secondo l’Ufficio, piogge molto intense erano attese nel prosieguo della giornata e nelle prime ore di quella seguente, venerdì 13, lungo la costa del Nuovo Galles del Sud, tra Newcastle e il confine con il Queensland. Le popolazioni che vivono e/o lavorano lungo i fiumi nell’area sono state invitate ad aggiornarsi con le previsioni del tempo e a tenersi pronti a spostarsi in zone più elevate in caso di inondazioni. L’Ufficio ha imputato la possibilità di alluvioni lampo allo spostamento verso sud della bassa pressione, in approfondimento, centrata poco a est delle coste del Queensland, dove, come scritto sopra, ha dato luogo a piogge abbondanti. In effetti il 12 maggio è piovuto abbondantemente proprio dove aveva previsto l’Ufficio, con, da nord a sud, 127 mm a Coffs Harbour, 50 a Port Macquarie e 47 a Taree, tutte situate sulla costa del Nuovo Galles del Sud.
Nubifragi hanno interessato parte della Polinesia Francese, nel Pacifico Meridionale, questa settimana. A Hiva Oa, una delle Isole Marchesi, sono caduti 155 mm in 24 ore, tra lunedì e martedì sera, ad Autona. L’isola di Takaroa ha registrato 137 mm in 72 ore, tra sabato sera e martedì sera.
Vasto e variegato, il Canada sperimenta spesso nello stesso momento tipi di tempo diversissimi tra le sue diverse regioni. Martedì 10 maggio, per esempio, vi sono state condizioni di tempo estivo in parte dell’ovest e del sudest del paese, mentre era praticamente inverno nelle aree centrali. Nello Yukon, nel nordest del paese, Dawson ha raggiunto per il terzo giorno consecutivo i 24°C, circa 11°C in più della media delle massime della prima decade di maggio. Un freddo invernale, nel frattempo, attanagliava il Manitoba, specie il nord. Gillam e Thompson hanno registrato massime rispettivamente -5° e -2°C, circa 14°C al di sotto delle medie del periodo. Nel sudest dell’Ontario e nel sud del Quebec, invece, il pomeriggio di martedì ha fatto registrare massime ovunque oltre i 21°C e localmente oltre i 27°C. La capitale nazionale, Ottawa, per la prima volta da settembre 2004 ha “sfondato” gli 80°F (quasi 27°C), sfiorando addirittura 29°C, 11°C al di sopra della media. Montreal, nel Quebec, ha superato i 27°C.
La “colata” fredda che il 10 maggio era sul Manitoba si è spostata a est nei giorni seguenti, producendo un brusco abbassamento di temperatura proprio negli appena citati Quebec e Ontario sudorientale. Matagami, nel Quebec centrale, a 49,5°N, registrava 0°C alle 22 EDT del 12 maggio, scesi a -8°C nella notte seguente. Questa località ha avuto estremi termici -6°/5°C il 12 maggio, -5°/3°C l’11 maggio (con la massima registrata alle 0.01 e neve caduta intermittente dalle 12 alle 24 locali), 3°/16°C il 10 maggio. Appunto il 10 maggio, clamoroso il crollo termico tra le 22.45 e le 23.29, con il termometro “precipitato” da 14° a 4°C e la minima di giornata raggiunta poi proprio alle 24. Più a sud, Maniwaki è passata dagli estremi 8°/27°C del 10 maggio a 2°/17°C l’11 maggio (qui l’aria fredda è arrivata nelle prime ore del mattino) e -4°/8°C il 12 maggio. Nelle prime ore del mattino del 13 maggio, da segnalare anche la minima di -2°C a Quebec, mentre Ottawa è scesa a 1°C, dopo aver fatto registrare estremi -1°/9°C il giorno 12, una bella differenza rispetto ai 6°/22°C del giorno precedente, 11 maggio.
Un forte temporale ha colpito l’Illinois, negli USA, mercoledì 11 maggio, causando caos nei trasporti, con centinaia di voli cancellati, e ferendo seriamente un uomo, colpito da un fulmine. Circa 350 i voli cancellati all’aeroporto O’Hare di Chicago, a causa dell’intensa attività elettrica e dei forti venti che hanno reso a tratti impossibile decollare e atterrare. Un primo blocco mattutino di tre quarti d’ora, si è poi ripercosso, con effetto domino, sull’intera giornata, portando appunto a centinaia di cancellazioni e a forti ritardi per i voli che si è potuto effettuare. L’NWS ha dichiarato che nel momento culminante del temporale, tra le 6 e le 7, nell’area di Chicago si sono abbattuti circa 3500 fulmini nube-terra, mentre la massima intensità del vento è stata di 71 miglia orarie (114 km/h). Il temporale si è sviluppato lungo la linea di contrasto tra l’aria calda presente nella regione e quella fredda in arrivo dal Canada (come abbiamo scritto precedentemente il contrasto era particolarmente acceso). Ovviamente nella regione dei Grandi Laghi (Chicago si trova sulle rive del Lago Michigan) l’umidità disponibile ha fornito ulteriore “carburante” al sistema perturbato.
Quarantotto ore di pioggia, tra lunedì mattina e mercoledì mattina, ora locale, hanno portato 122 mm a Santo Domingo, in Repubblica Dominicana. Questa pioggia torrenziale rappresenta circa il 70% della media pluviometrica di maggio.
Ha fatto più caldo del normale in questi giorni nel deserto algerino. Ad Hassi Messaoud, i quasi 44°C di martedì significano 11°C al di sopra della media delle massime del periodo. Sempre martedì, una massima di oltre 44°C è stata registrata a In Salah, circa 6°C al di sopra della media del periodo. Anche mercoledì e giovedì In Salah si è mantenuta molto calda, con massime superiori ai 43°C.
L’isola giapponese di Minami Daito Jima, nel Mar delle Filippine Settentrionali, ha subito piogge torrenziali questa settimana, con 119 mm in 84 ore, tra domenica mattina e mercoledì sera, ora locale.
Le numerose spedizioni alpinistiche intenzionate a tentare l’ascesa alla vetta più alta del mondo, il monte Everest, sono ancora bloccate dai forti venti in alta quota. Il vento sta infatti obbligando dozzine di alpinisti a rimandare l’assalto alla vetta, soffiando con grande forza sulle creste, dove fa turbinare la neve riducendo fortemente la visibilità, come accade durante un “blizzard”. L’alpinista Waldemar Niclewiz, accampato come molti altri ai 5400 metri del campo base, ha dichiarato l’11 maggio, “Il vento soffia oltre i 100 km/h (62 miglia orarie) in alta quota. Oggi gli sherpa che hanno cercato di salire ai campi 3 e 4 hanno dovuto ridiscendere al campo 2”. In genere le condizioni del tempo permettono l’ascesa all’Everest e alle altre vette della regione oltre gli 8000 metri, nella cosiddetta “zona della morte”, giusto nella seconda decade di maggio, quando la corrente a getto, con i suoi fortissimi venti in quota, si porta più a nord, prima che, verso la fine del mese, il tempo inizi a peggiorare con l’arrivo del monsone.