Scende la febbre sul Mediterraneo e la causa è dovuta al recente cambiamento di circolazione meteorologica, che ha già interessato una buona porzione dell’intero bacino: non è più presente quella lunga fase di stagnazione anticiclonica che si era protratta per quasi un mese, dallo scorso fine giugno. L’influenza di un parziale regime depressionario, proteso dal Nord Europa, ha innescato quelle condizioni favorevoli ad un rimescolamento delle acque superficiali con quelle un po’ più in profondità (ci riferiamo già a quelle fra i 10 ed i 30 metri di profondità, che non hanno subito nessun particolare riscaldamento come avvenuto in superficie).
Entriamo nei dettagli e vediamo, sulla base delle elaborazioni dell’Istituto Nazionale di Geofisica, qual è la situazione delle temperature superficiale prevista per quest’oggi, martedì 27 luglio: la temperatura media è attorno ai +25,77°C, compresa fra minimi di +16,09°C (acque del Golfo del Leone) e massimi di poco oltre i 30 gradi (acque costiere della Tunisia Orientale, Golfo di Gabes). Per i bacini attorno all’Italia, permane relativamente caldo il Tirreno Meridionale e lo Ionio, ma si noti il vigoroso raffreddamento avvenuto in vicinanza delle coste ad ovest della Sardegna e a sud della Sicilia: l’azione dei forti venti ha comportato la risalita in superficie d’acqua piuttosto fredda, che addirittura in alcuni punti si presenta con valori attorno ai 19-20 gradi.
La mappa delle anomalie ci consente di verificare meglio l’avvenuto cambiamento: per la giornata odierna l’INGV prevede che l’anomalia delle acque superficiali del bacino del Mediterraneo sia nel complesso di +0,99°C (contro i picchi di oltre 2 gradi toccati in precedenza), con massimi di +5,90°C e punte sottomedia di -5,55°C. Tra le aree maggiormente sottomedia spiccano le acque delle coste ad ovest della Sardegna e a sud della Sicilia.
Appare opportuno interrogarci sui motivi di queste drastiche variazioni delle temperature superficiali del Mediterraneo: anzitutto, si tratta di un bacino chiuso che, per la sua stessa conformazione, è maggiormente vulnerabile ai rapidi cambiamenti meteorologici. In sostanza, lunghe fasi di stagnazione anticiclonica, nel cuore dell’estate, riscaldano rapidamente l’acqua dello strato superficiale, ma è sufficiente un po’ di movimento causato dall’arrivo di forti venti per annullare tali anomalie.
Come mai si annullano così rapidamente le anomalie? In generale, per una buona parte del percorso estivo, la parte del mare soggetta al riscaldamento è quella solo dei primissimi metri di superficie, mentre poco più in profondità permane maggiormente il freddo (eredità lasciata dai mesi invernali). Osservando i dati INGV, le acque a 30 metri di profondità nelle ultime settimane non hanno subito nessun particolare riscaldamento e soprattutto risultano più vicine ai valori normali per la stagione, se non localmente anche al di sotto.