Il NSIDC (National snow ice data center) ha reso noto che la fusione dei ghiacci artici si è arrestata venerdì 13 settembre, giorno in cui la superficie con almeno il 15% di ghiaccio era pari a 5,1 milioni di chilometri quadrati, da considerarsi pertanto il minimo di quest’anno. Pur non essendovi confronto con i 3,41 milioni di chilometri quadrati registrati nel 2012 (record negativo di tutti i tempi) si tratta della sesta fusione più massiccia verificatasi da quando esistono dati satellitari, ossia dal 1979.
Il recupero rispetto all’anno scorso è stato notevole, ma si ridimensiona notevolmente considerando il fatto che la fusione è stata comunque superiore alla media e si è salvato perlopiù il ghiaccio fradicio, mescolato a molta acqua. Dal punto di vista dello spessore, il trend resta critico. In basso vi mostriamo il grafico del Nsidc aggiornato a venerdì 20: l’area grigia rappresenta l’oscillazione della fusione media nel periodo 1981-2000; la linea azzurra la fusione di quest’anno e quella tratteggiata la catastrofica fusione 2012.