In analogia con quanto accaduto nell’arco di quasi tutto il mese, anche la settimana finale di aprile non ha certo fatto eccezione, risultando più calda del normale sulla quasi totalità dell’Europa. Nel periodo compreso dal 24 al 30 aprile, a seguito dello spostamento verso nord del baricentro dell’alta pressione, le anomalie termiche di maggior rilievo hanno riguardato le zone centro-settentrionali del Continente, con scarti fino a 5-7 gradi dalla norma in alcune zone tra Belgio, Germania, Paesi Bassi, ma anche sulle nazioni baltiche, la Bielorussia e l’entroterra meridionale al confine fra la Norvegia e la Svezia.
Solamente lungo le zone sud-orientali europee si sono avute anomalie opposte, ovvero valori termici leggermente al di sotto della norma fra la Bulgaria, la Grecia e la Turchia. Hanno invece prevalso anomalie positive sul resto del Mediterraneo, molto più limitate rispetto al Nord Europa. Proprio il bacino del Mediterraneo, per tutto lo scorcio finale d’aprile, ha risentito di una circolazione di bassa pressione piuttosto insidiosa, la stessa che ancora in quest’inizio di maggio condiziona il meteo con continui passaggi perturbati e condizioni instabili.
Le precipitazioni più incisive hanno interessato anche l’Italia, soprattutto le regioni meridionali e le due Isole Maggiori. Coinvolte dal maltempo le coste nord-africane e parte della Penisola Iberica, in particolare i settori meridionali. L’instabilità, seppure a macchia di leopardo, non ha risparmiato nemmeno parte dell’Europa Centro-Occidentale, con temporali che hanno potuto agire per una minore protezione anticiclonica. Solamente il Regno Unito, le zone affacciate al Mare del Nord, la Scandinavia, il Baltico e gran parte dell’Est Europa sono rimaste all’asciutto.