Un violentissimo terremoto, di magnitudo 7,2 sulla scala Richter, ha colpito le Filippine martedì mattina. Al momento, secondo quanto riportano le autorità locali, il bilancio delle vittime è di 20 persone. L’epicentro della scossa è stato situato vicino alla città di Balilihan, sull’isola di Bohol, circa 630 chilometri a sud est della capitale Manila. L’ipocentro è stato individuato a una profondità di 56 km.
Secondo l’Istituto filippino di vulcanologia e sismologia nell’arco di due ore sono state registrate circa 20 scosse di assestamento. Al momento non è stato rilasciato nessun allarme tsunami. Il terremoto ha causato la distruzione di molte infrastrutture presso i porti e gli aeroporti della zona, causando il panico tra gli abitanti di molte città. 15 persone hanno perso la vita nella provincia di Cebu, altre 4 persone sull’isola di Bohol e una sull’isola di Siquijor.
Le Filippine, giusto ricordarlo, si trovano nel cosiddetto “anello di fuoco”, un’area del Pacifico ad alto rischio sismico e soggetta ad elevata attività vulcanica. Nel 1990, sull’isola filippina di Luzon un terremoto di magnitudo 7.7 uccise quasi duemila persone.