La circolazione ciclonica a carattere freddo, che si è insediata sui Balcani, appena al largo del Mar Adriatico, rappresenta un evento piuttosto inusuale per questo periodo. Lo sprofondamento del vortice dal Nord Europa è dovuto ad un’evoluzione barica assai complessa, che ha assunto alle nostre latitudini una configurazione di stampo tipicamente invernale.
Questo fa più notizia in quanto accade proprio con l’inizio della terza decade di Luglio, che rappresenta il periodo notoriamente più caldo dell’anno, almeno in base alle serie storiche ultradecennali delle stazioni meteo dislocate lungo il nostro Paese. Il calo termico assai acuto ha fatto scendere le temperature, specie in quota, su valori abbondantemente al di sotto della media del periodo.
L’Alta Pressione delle Azzorre, normalmente protagonista delle vicende meteo sull’Europa Mediterranea, si è trasferita ad alte latitudini, isolando una cella tra il Mare del Nord e la Penisola Scandinava. Si tratta delle stesse zone in precedenza interessante dalla persistente azione ciclonica a carattere freddo, ora evolutasi a cut-off fin sull’area balcanica e carpatico-danubiana.
La radice sub-tropicale stabilizzante interessa buona parte dell’Europa Occidentale, facendo risalire aria calda nord-africana soprattutto sulla Penisola Iberica e permettendo il rafforzamento della cellula di Alta Pressione sulle Isole Britanniche. Sulle zone interne della Spagna le temperature sono risalite fino a punte di 38-39 gradi.
Le correnti atlantiche restano relegate momentaneamente decisamente ad ovest, anche se deboli contributi instabili sud/occidentali lambiscono il Portogallo, la Spagna Settentrionale, l’Irlanda e la Scozia, a causa di una debole ansa ciclonica con asse proteso poco al largo del Golfo di Biscaglia.
Il campo di Alta Pressione si trova pertanto stretto fra due disturbi di tipo depressionario, di cui quello posizionato sui Balcani riguarda in maniera decisamente più diretta anche la nostra Penisola. Il transito del primo fronte d’irruzione fredda ha dato luogo ad intensa fenomenologia temporalesca nella giornata di ieri su molte zone del Sud, accompagnata da improvvisi colpi di vento e grandinate distruttive.
Nella mattinata odierna qualche residuo piovasco ha ancora interessato la Puglia Garganica e la Calabria, ma l’elemento di maggior rilievo è stato costituito dal risveglio piuttosto frizzante dal punto di vista termico, con temperature scese diffusamente al di sotto dei 15 gradi sulla Val Padana e nei fondovalle riparati delle regioni centrali.
La giornata si è poi evoluta all’insegna del tempo sostanzialmente buono, seppure nubi e piovaschi lambiscano le zone di confine delle Alpi Centro-Orientali ed il Friuli Venezia Giulia. Una diffusa cumulogenesi si è attivata anche lungo tutta la dorsale appenninica ed i rilievi delle Isole, ma con fenomeni di scarso rilievo.
L’attività temporalesca non riesce a generarsi nonostante la presenza d’aria piuttosto fredda alle quote superiori dell’atmosfera, in quanto il fresco si è decisamente propagato anche ai bassi strati, attenuando le potenzialità dei contrasti termici ed inibendo parzialmente i moti verticali. Se diamo uno sguardo alle temperature odierne, sono ben poche le località giunte alla soglia dei 30 gradi, esclusivamente concentrate sulle Isole. Sui versanti costieri adriatici i 25-26 gradi rappresentano già un traguardo toccato in maniera non troppo diffusa.
La goccia fredda balcanica non è intenzionata ad evolvere in maniera rapida verso est, tanto che le nostre regioni risentiranno ancora della sua presenza, non solo in termini di ventilazione fresca settentrionale. Una linea frontale questa notte transiterà tra Basso Adriatico ed Alto Ionio, riportando precipitazioni sulla Puglia e non sarà l’ultimo impulso instabile di una situazione che, almeno all’estremo Sud, tarderà a guarire definitivamente.