Le cronache di questi giorni evidenziano come fenomeni meteo estremi siano sempre più frequenti nelle nostre estati: questo non è affatto un caso, ma una conseguenza ben precisa.
Negli anni 2000 l’estate è diventata una stagione sempre più calda, più soleggiata e più umida, tre fattori che messi insieme possono essere potenzialmente pericolosi al fine di sviluppare episodi di meteo estremo.
Le ultime tre settimane non sono altro che una piena conferma di ciò: dapprima una severa ondata di maltempo il giorno 22 giugno, poi l’ondata di calore più forte della storia dell’Europa nel mese di giugno (e talvolta tra le più forti della storia del clima continentale), infine una lunga scia di maltempo a più riprese nel mese di luglio.
Il prezzo da pagare per avere finalmente un po’ di fresco e temperature ben al di sotto dei 30 gradi anche in pieno giorno è il rischio di temporali di incredibile intensità.
Sia chiaro, i fenomeni meteo intensi sono sempre esistiti, anche nelle stagioni più fresche degli anni 60-70, ma negli ultimi anni si è avuto un vero e proprio boom di tali episodi.
Oramai si convive talvolta con la paura di o avere troppo caldo o sperare di non ricevere temporali disastrosi.
La “nuova normalità” deve far riflettere: dopo l’ondata di calore che estrema di fine giugno, i severi temporali che hanno flagellato praticamente tutto il Nord e in questi ultimi due giorni anche buona parte delle centrali adriatiche non sono altro che i campanelli d’allarme di un meteo sempre più estremo.
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