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“Feedback” tra circolazione stratosferica e troposferica accentuano i disturbi nell’emisfero boreale, in modo particolare su Europa e Atlantico

di Michelangelo Nitti
21 Gen 2005 - 17:01
in Senza categoria
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Analisi GFS della circolazione nord emisferica. Fonte: https://grads.iges.org/pix/hemi.fcst.html.
Le metamorfosi in atto nella circolazione emisferica boreale ricalcano il trend iniziato ad inizio anno. Ad un flusso zonale intenso e poco disturbato, con indice NAO nettamente positivo, tende a sostituirsi gradualmente una circolazione disturbata da onde sempre più pronunciate, con tendenza a NAO negativa.
Nella stratosfera è in atto un temporaneo “minor warming”, favorito principalmente dal disturbo indotto nel vortice polare da un imponente anticiclone atlantico. Questo centro d’azione si è sviluppato intorno al 14 di questo mese sull’Atlantico occidentale ed è poi migrato nel settore centro-orientale dell’Oceano, ad ovest del Portogallo. L’anticiclone atlantico sembra destinato a diventare persistente.
Questo disturbo stratosferico è stato preceduto da quello indotto da un robusto anticiclone pacifico, che si è insediato nei primi giorni di gennaio in prossimità delle isole Aleutine. Questo centro d’azione è traslato, con moto retrogrado, sulle coste orientali dell’Asia, intensificandosi ulteriormente, per poi migrare lentamente sul settore occidentale del Pacifico, indebolendosi moderatamente.
Nel medio-lungo termine si dovrebbe manifestare una parziale attenuazione dell’anticiclone atlantico; ma nuovi, imponenti disturbi dovrebbero giungere dal Pacifico. Soprattutto dopo il 27 gennaio, la formazione di un massiccio centro anticiclonico presso le isole Aleutine, dovrebbe favorire un ulteriore indebolimento del VP, con tendenza a parziale split del minimo di geopotenziale.

Lo stiramento del vortice sta dando luogo, specialmente nell’alta stratosfera, a “wave2 pattern”, con saccature che si allungano verso il Nord America e l’Asia occidentale e ampi promontori anticiclonici sugli oceani, sull’Europa occidentale e sull’Estremo Oriente.
“Feedback” tra circolazione stratosferica e troposferica accentuano i disturbi della circolazione emisferica, in modo particolare su Europa e Atlantico. La localizzazione del centro del VP stratosferico nel comparto canadese dell’Artico e la rotazione anti-oraria dell’asse maggiore del vortice, divenuto ellittico negli ultimi giorni, induce un rallentamento del flusso zonale nell’alta troposfera, soprattutto nel comparto euro-atlantico. Ciò consente la rapida crescita meridiana del persistente anticiclone atlantico troposferico, alimentato da “forcing” di matrice tropicale.
Lo sviluppo di un promontorio bloccante sull’Atlantico centro-orientale, nella media e alta troposfera, è favorito da fenomeni di risonanza tra onde planetarie di Rossby nell’attuale circolazione a tre grandi onde semi-stazionarie.
Un residuo “jet stream” del fronte polare in uscita dal Canada, attraversa ancora la porzione più settentrionale del promontorio Atlantico che si mostra, così, pulsante in senso meridiano. Ciò consente il transito di onde mobili, associate a sistemi frontali, che dalle latitudini più settentrionali dell’Atlantico, si portano rapidamente sull’Europa, con successivo rovesciamento, sul nostro continente, di imponenti masse d’aria di origine artica.

Nel lungo termine l’attenuazione, già in atto, delle anomalie termiche dell’Atlantico tropicale, determinerà un indebolimento graduale dell’attività tropicale su Centro America e Atlantico equatoriale. Di conseguenza, il “blocking” anticiclonico atlantico verrà sempre meno alimentato da “forcing” di derivazione tropicale. Ciò potrebbe determinare una tendenza a “cut-off” anticiclonico nella porzione più settentrionale di questo oceano oppure nel settore atlantico dell’Artico.
Adesso, però, l’anticiclone bloccante è in fase di sviluppo e innesca, per fenomeni di risonanza, un graduale accrescimento delle altre due grandi onde planetarie quasi stazionarie.
Nel medio termine, il notevole sviluppo meridiano del promontorio anticiclonico situato presso le coste pacifiche nord americane, porterà alla creazione di blocchi anticiclonici isolati nel settore di Bering dell’Artico, con conseguente, ulteriore abbassamento di latitudine dei grandi vortici freddi sub-polari.

Il moderato “blocking” europeo, come previsto dal modello GFS, si è portato sulla Siberia occidentale, intensificandosi e penetrando leggermente nell’Artico.
La corrente a getto del fronte polare, accoppiandosi con quella sub-tropicale, trasporterà, nei prossimi giorni, un treno di sistemi perturbati a latitudini basse, attraverso il Mediterraneo Orientale e il Medio Oriente, tagliando così alla base il promontorio bloccante e producendo, temporanei “cut-off” anticiclonici.
Le pulsazioni dell’alto “blocking” atlantico, associate a temporaneo “east shift”, realizzeranno, ad intermittenza, “assi di Woejkoff” con le cellule anticicloniche artiche, figlie del “ridge” siberiano. Lo sviluppo di ponti di breve durata tra i due centri d’azione farà sì che, alle irruzioni di aria fredda nord-europea che si manifesteranno su Mediterraneo centrale e Italia, facciano seguito intrusioni di correnti particolarmente gelide dalla Russia.
Nei prossimi giorni, quindi, per quel che riguarda le nostre regioni, si dovrebbe assistere ad una prima, massiccia invasione d’aria fredda, seguita da un’effimera tregua. Poi dovrebbe manifestarsi una nuova avvezione d’aria artica, probabilmente nei primi giorni del mese più corto… e malandrino, dell’anno.

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