Il corposo peggioramento ha raggiunto in pieno l’Italia e, come anticipato, sta avendo dei connotati prettamente autunnali: basti pensare che l’occhio della depressione si è approfondito fino a valori considerevolmente bassi, pari a circa 990 hPa. Questa vigorosa ciclogenesi mediterranea si è generata in seguito ad un consistente affondo freddo giunto dalle zone scandinave. La penetrazione della saccatura verso le nostre latitudini si è attuata grazie al blocco anticiclonico proteso lungo i meridiani sul Vicino Atlantico.
Le precipitazioni più significative ed abbondanti stanno colpendo il Nord Italia, dove agisce il ramo caldo della perturbazione entro il quale fluisce l’alimentazione del flusso molto umido meridionale che, impattando contro l’Arco Alpino, esalta ulteriormente l’energia in gioco e le conseguenti precipitazioni. Il ramo freddo della perturbazione, dopo aver superato la Sardegna, si trova attualmente disposto fra il Canale di Sicilia ed il Tirreno Centrale, ma il suo tentativo si sfondamento verso levante viene completamente frenato dall’avvezione calda posta poco ad est e che interessa direttamente le regioni meridionali italiane.
Questo sostanziale blocco nell’evoluzione dell’area ciclonica costringerà la nuvolosità più produttiva a muoversi lungo il canale del flusso di correnti meridionali in quota, finendo inevitabilmente per accanirsi sul Nord Italia. Ben poche le novità attese per le prossime 24 ore: il minimo ciclonico resterà infatti arenato grossomodo tra il Golfo del Leone ed il Mare di Corsica, perdendo un po’ di potenza: la lieve rotazione in senso antiorario della saccatura farà in modo che il ramo freddo frontale possa leggermente avvicinarsi verso le coste tirreniche, alimentando quindi i contrasti termici favorevoli alla genesi di rovesci e temporali. Solo la Sardegna risentirà dell’azione influente del nucleo fresco in quota, con aria frizzantina e spiccata variabilità.