Viste le premesse con cui era partito il Burian, c’erano le giuste ragioni per ritenere che sulla capitale russa si potevano misurare picchi di temperature davvero glaciali. In realtà le cose sono andate diversamente, poiché il nucleo di gelo più intenso è slittato rapidamente verso l’Europa, portando così le conseguenze peggiori proprio sulle nazioni del comparto orientale del Continente, in particolare la Bielorussia e l’Ucraina. Il gelo non avrà raggiunto picchi record, ma persiste da molti giorni ed anche in Russia ci sono molti disagi e soprattutto centinaia di vittime.
L’apice del clima rigido si è toccato proprio nella giornata odierna, con un valore minimo di -28.5°C all’aeroporto Domodedovo (vedremo se nella prossima notte il gelo sarà ancora superiore): prima di oggi, la colonnina di mercurio non era scesa sotto i -25°C. Le cause di questa improvvisa recrudescenza del clima gelido sono legate al transito di un nocciolo d’aria straordinariamente fredda, con termiche all’altezza di 850 hPa di ben -25/-26°C: in altre località russe si sono infatti misurati picchi di -37°C. Lo possiamo notare sulla mappa il nocciolone, che tuttavia è destinato ad essere riassorbito dal Vortice Polare, senza che quindi possa muoversi verso l’Europa come accaduto di recente attraverso l’unione fra l’Alta Pressione Russa e quella delle Azzorre: il ponte fra i due anticicloni, che ha determinato questa lunga fase gelida, si va rompendo.