Guardare la mappa delle anomalie termiche in atto fa venire letteralmente i brividi. E’ vero, nei giorni scorsi c’è stata un’irruzione fredda sui settori orientali del Vecchio Continente, irruzione che tra l’altro ha provocato le prime nevicate a bassissima quota tanto sui Balcani quanto in Grecia.
Ma nell’ottica di quel riassetto barico ampiamente documentato riecco il flusso zonale prendere il sopravvento. L’attuale, netta contrapposizione tra la fascia anticiclonica collocata a sud del Circolo Polare Artico e le depressioni polari sta portando alla tensione della corda zonale e le miti – relativamente – correnti oceaniche hanno invaso un po’ tutti gli Stati.
Tornando sulla mappa relativa alle anomalie odierne, possiamo dire che fanno davvero impressione. Guardate l’Europa orientale, fino alla Russia europea: abbiamo valori di 7-8°C al di sopra delle medie climatiche di riferimento (1979-2010), addirittura oltre 12°C tra l’Ucraina e la Russia meridionale.
Un’altra area di anomalie possenti è collocata in pieno Atlantico, laddove scorgiamo ugualmente picchi di 8-10°C. Le miti influenze oceaniche si sono espanse anche in Italia, ma qui abbiamo temperature meno distanti da quelle che dovrebbero essere le medie di riferimento dell’ultimo trentennio.
E’ bene ricordare che stiamo parlando di anomalie a 850 hPa, quindi attorno a 1500 metri di quota. Al suolo la situazione può subire variazioni importanti a seconda dell’orografia. In presenza dell’Alta Pressione sappiamo infatti che nelle grandi pianure continentali è facile avere a che fare col fenomeno dell’inversione termica, inversione capace di dar luogo a nebbie ed estese gelate.
La situazione cambierà nel corso della settimana e avremo modo di approfondire anche questo argomento. Possiamo confermare un abbassamento del fronte polare che dovrebbe condurre l’aria fredda anche in Italia, tant’è che si prospetta una settimana – la prossima – all’insegna del tempo invernale.