Masse d’aria radicalmente diversa si stanno fronteggiando sull’Europa Mediterranea, impedendo per il momento alla colata artica, che sta affliggendo le zone centro-settentrionali del Continente di potersi spingere direttamente alle nostre latitudini. In sostanza, accade che la saccatura, entro la quale viene iniettata aria gelida artica, si dispone un po’ inclinata verso ovest, così che l’aria fredda si getta direttamente verso il Regno Unito e le coste atlantiche francesi.
Non a caso, è proprio il Regno Unito a risentire delle maggiori anomalie in termini di nevosità e valori termici da record: grazie alle maggiori schiarite dopo le copiose nevicate, il clima si è ulteriormente “irrigidito” con punte minime di -11°C in Inghilterra, -15°C sulle Highlands scozzesi e -18 sul Galles (battuto il record precedente di 7 gradi). L’innevamento sta fortemente aumentando anche a quote estremamente basse su tutto il Centro-Nord Europa: in Germania spiccano le estese e abbondanti nevicate cadute sulla Baviera.
Il contrasto dell’aria gelida artica con le tiepide acque atlantiche favorisce lo sviluppo continuo di aree di bassa pressione che dal Golfo di Biscaglia e dall’Iberia si distendono come un lungo serpentone verso il Mediterraneo. Queste aree cicloniche non solo fungono da coperta protettiva rispetto al freddo vero e proprio che non giunge sull’Italia (grazie all’ulteriore elemento d’ostacolo rappresentato dalla barriera alpina), ma stimolano risposte d’aria molto calde che risalgono la rotta lungo il ramo meridionale della saccatura, andando ad invadere talune aree orientali europee.
Il comparto danubiano e la Russia risentono ora più direttamente dell’influenza d’aria rigida, non così i settori sud-orientali europei, dove sta ancora agendo un’ondata di caldo notevole per il periodo. Nella giornata di ieri le temperature massime hanno toccato valori termici quasi estivi in alcune località della Grecia (sfiorati i 30 gradi) e sull’Isola di Cipro, ma punte termiche oltre i 25 gradi hanno riguardato anche la Turchia.