Un significativo esempio di estremizzazione meteo lo possiamo mostrare con quello che è successo il 10 giugno in Europa: a molti lettori sarà sfuggito, ma il nostro continente era preda di supercelle, temporali e sistemi convettivi a grande scala su diversi stati.
L’immagine del satellite mostra chiaramente questo fatto: le aree più grosse, che assomigliano ad enormi dischi, si chiamano MCS (Mesoscale Convective System), ovvero un’area temporalesca molto ampia dove si susseguono tanti temporali a ripetizione protratti nel tempo (area nel cerchio rosso).
Le aree soggette a questi fenomeni meteo estremi sono bersagliate da nubifragi, grandinate, forti colpi di vento e possibili alluvioni lampo.
Immagine all’infrarosso per vedere la potenza dei temporali in questione: nelle aree in giallo la massima intensità di piogge, vento e grandine (cortesia Meteociel).
Ciò che volevo mostrare è che un’atmosfera troppo calda umida, unita all’arrivo di saccature e gocce fredde dal Nord Atlantico, ha sfornato questi fenomeni meteo particolarmente intensi: i severi contrasti termici tra masse d’aria completamente diverse fan sì che questa tipologia di temporale sia possibile in questa stagione e in primavera, ma quello che è successo il 10 giugno è un esempio di come, a livello continentale, sussistessero le condizioni per violenti temporali (a tal proposito si segnala anche una fortissima grandinata nei dintorni di Monaco di Baviera, in Germania).