Il fine settimana appena trascorso ha totalmente rivoluzionato lo scenario meteo in Italia e su buona parte d’Europa, a causa di un’incisiva saccatura che, alimentata da correnti d’estrazione polare, si è intrufolata fin sul cuore del Mediterraneo. Il ricambio d’aria è stato imponente, con il precedente dominio anticiclonico di stampo sub-tropicale letteralmente spazzato via dal proiettile ciclonico giunto dal Nord Europa.
La saccatura va intanto un po’ perdendo smalto alle alte latitudini europee, in quanto l’alta pressione oceanica, dopo aver scalato posizioni verso nord nei pressi delle Isole Britanniche, si va protendendo rapidamente verso nord-est, raggiungendo i settori meridionali della Penisola Scandinava, il Baltico e parte della Russia Europea.
Quest’espansione anticiclonica tende così ad imprimere un taglio alla saccatura sui meridiani centrali europei. La progressiva interruzione dell’alimentazione fredda scandinava determinerà l’ulteriore schiacciamento del nocciolo depressionario tra i Balcani e l’Italia. Si attende così una prolungata situazione di blocco, in quanto il vortice ciclonico non avrà vie di sbocco e tenderà a concentrare la fenomenologia sulle stesse zone
La terza decade di Giugno dovrebbe così trascorrere con una pesante spada di damocle rappresentata da questa insidiosa area vorticosa, la quale promette condizioni d’instabilità fino almeno a metà settimana. La successiva mancata affermazione di significative figure anticicloniche potrebbe rendere l’atmosfera un po’ instabile anche in seguito, ma per il momento concentriamoci su quanto accaduto in queste ultime ore.
Nella giornata di ieri si è avuto il definitivo tracollo delle ultime resistenze anticicloniche sull’estremo Sud, con la penetrazione del fronte freddo fino al Mar Ionio. La penetrazione di un nocciolo piuttosto freddo in quota ha apportato fenomenologia localmente molto violenta su talune zone del Centro-Sud, in un contesto piuttosto inusuale per il periodo. Il perno della circolazione ciclonica si è spostato in quota sull’Adriatico, apportando i rovesci principali sui versanti adriatici e sul Meridione, zone che più risentono dell’azione occlusiva della perturbazione.
Gli ulteriori impulsi freddi in quota, in arrivo dall’Europa Centrale, hanno determinato in queste ore pomeridiane la nascita di vari sistemi temporaleschi sull’Emilia Romagna, sul Basso Piemonte e poi più giù tra la Toscana, l’Umbria e l’Alto Lazio. La fenomenologia, principalmente concentrata sulle zone interne montuose, è sconfinata anche lungo le coste tra Bassa Toscana ed Alto Lazio, per merito di correnti nord/orientali anche in quota.
Le temperature si confermano relativamente basse al Centro-Sud (nessuna località ha raggiunto quest’oggi i 30 gradi), gradevoli in Liguria e su alcune zone di pianura del Nord, laddove il soleggiamento è riuscito a prevalere. Il tracollo termico si è però maggiormente avvertito in quota come ampiamente sottolineato negli ultimi giorni. La neve è giunta a quote localmente inferiori ai 2000 metri sulle Alpi Orientali, ma quest’oggi è stata segnalata neve persino sull’Appennino Emiliano sulla cima del Monte Cimone, a circa 2100 metri d’altitudine.