La penetrazione di sbuffi d’aria fresca in quota sta determinando l’improvvisa genesi di ammassi nuvolosi temporaleschi sul settore di Nord-Ovest, peraltro nelle attese come da previsione dei modelli matematici ad alta risoluzione.
L’inserimento di una debole curvatura ciclonica alle quote superiori dell’atmosfera ha creato le premesse per la penetrazione d’infiltrazioni instabili da ovest, in contrasto con correnti umide e di direttrice opposta nei bassi strati.
Le correnti orientali, penetrate in nottata in Val Padana, hanno infatti convogliato aria molto umida, con tassi d’umidità diffusamente oltre il 90% e temperature rigorosamente al di sopra dei 20-21 gradi su buona parte della fascia pianeggiante piemontese-lombarda.
Quest’aria più umida, intrappolata nella parte occidentale del catino padano, ha posto le basi per l’esplosione convettiva di queste ore, coadiuvata da infiltrazioni fresche ed instabili anche alle quote superiori dell’atmosferaa. L’immagine satellitare appare eloquente, con forti temporali in atto soprattutto sulle pianure del Basso Piemonte.
I fenomeni coinvolgono anche l’entroterra ligure, parte della pianura lombarda occidentale e quella emiliana, per poi propagarsi nelle prossime ore ancor più ad oriente in pianura, prima che venga meno l’apporto dell’energia termica solare. Sono attesi rovesci temporaleschi anche sulla fascia prealpina centro-orientale.
Il quadro appare decisamente differente al Centro-Sud, ove agisce in maniera sempre più decisa l’Alta Pressione afro-mediterranea, ormai sempre più dai connotati sub-tropicali. L’elevazione della dorsale sub-tropicale sui nostri bacini centro-meridionali è da attribuire alla progressiva spinta di una vasta saccatura depressionaria nord-atlantica, in ingresso sulle coste occidentali europee.
Nonostante la possente presenza anticiclonica, non mancano isolate manifestazioni temporalesche sui rilievi appenninici abruzzesi e della Basilicata. Tali fenomeni sono da ricondurre in primo luogo a delle interferenze più fresche in quota inseritesi nella struttura altopressoria, ma in secondo luogo anche al forte surriscaldamento del suolo che induce l’aria a salire in maniera forzata sui profili montuosi.
Il caldo non molla la presa, mantenendosi assai aggressivo sui settori interni e fondovalle distanti dal mare, ove i valori salgono maggiormente seppure accompagnati da tassi d’umidità più accettabili di quelli rilevati in Val Padana o sulle zone litoranee.
Le punte più alte di 40 gradi si sono raggiunte in Sardegna, ma a sorprendere in misura maggiore sono gli indici di calore di circa 50 gradi rilevati su alcune località costiere orientali dell’Isola, ove l’umidità ha raggiunto valori attorno all’80% con temperature di 32-33 gradi, un mix d’aria davvero irrespirabile.
Il giocattolo anticiclonico dai connotati nord-africani sul bacino del Mediterraneo è destinato presto a subire una parziale rottura, ad opera dell’ondulazione ciclonica nord-atlantica che porterà nel week-end, già da venerdì, aria progressivamente più fresca sui nostri bacini, da ovest verso est.
Le condizioni meteo vireranno verso un peggioramento al Nord fin dalla seconda parte della giornata di domani, con instabilità che già venerdì si trasferirà parzialmente verso gli Appennini ed i settori adriatici, mentre nel week-end l’aria più fresca si sarà ormai consolidata anche nei bassi strati ed i contrasti termici si attenueranno, consentendo un rapido ritorno alla stabilità connessa ad una netta ripresa barica a tutte le quote.
La penetrazione dell’onda ciclonica porterà solo una tregua dal caldo, ma non si tratterà della classica rottura anticipata dell’estate, in quanto fin dai primi giorni della settimana torneranno sulla scena correnti ben più calde e solo il Nord sarà soggetto a nuovi disturbi d’origine atlantica.