Dunque siamo ormai prossimi a quella “svolta” (fase 1) di cui abbiamo ripetutamente parlato nei precedenti editoriali: una svolta che porterà, sul breve, ad una notevole sferzata d’inverno sulle regioni centro-meridionali, adriatiche in primis, che vedranno gli effetti più eclatanti di questo 1° step, non solo in termini termici ma anche da un punto di vista fenomenologico.
Infatti mentre il nord e soprattutto il settore di NE, risentirà sopratutto di un vistoso calo termico e soprattutto nelle minime notturne ma in un contesto di cieli perlopiù sgombri, il centro-sud oltre all’effetto termico (calo marcato) risentirà di una fenomenologia diffusa in special modo sul lato di levante, con quota neve che dai 4/500 metri della nottata di sabato potrebbe spingersi fino a quote pianeggianti e costiere tra domenica e lunedì, il tutto accompagnato da venti di bora molto freddi.
Quindi il 1° step è ormai imminente e segnerà la “svolta” rispetto ad una configurazione barica molto statica (altopressoria) che ha caratterizzato questi primi 12/13 giorni del nuovo anno.
Ma l’atmosfera forse ci sta preparando qualcosa di molto più “corposo” e notevole per la terza decade del mese: infatti, dopo le lungimiranti proiezioni (cosidetto “fantameteo”) dei GM ad inizio mese e che già “all’epoca” avevano ripetutamente proposto tali possibili scenari, dopo tali run ne sono seguiti alcuni per così dire “interlocutori”;
ma, senza lasciarsi prendere dagli “spasmi modellistici” e ragionando più in termini probabilistici che non deterministici, appariva comunque chiaro che qualcosa di notevole si sarebbe potuto sviluppare intorno alla fine della seconda decade e per tutta la successiva terza decade…
E non a caso gli ultimi 3/4 aggiornamenti consecutivi dei GM, tornando sui passi “iniziali”, chiaramente parlano di una “fase 2” che potrebbe rivestire caratteri “storici” in termini di una pesante ondata di freddo e gelo sul comparto centro-meridionale europeo.
Se poi, oltre alle uscite modellistiche, andiamo a considerare le proiezioni degli indici atmosferici NAO ed AO, tutto sembrerebbe combaciare e confermare una tale tendenza, con un vistoso rallentamento del VP e suo possibile split in area europea centro-orientale.
Inoltre anche ai piani più alti dell’atmosfera (10/30/50 e 100 hpa), per le medesime scadenze, viene altresì confermato giorno dopo giorno un possente blocco anticiclonico in area atlantica, con visibili e reali ripercussioni sui piani isobarici più bassi e cioé troposferici;
teniamo a precisare che le carte riferite a proiezioni sull’alta troposfera/stratosfera, hanno una probabilità di realizzazione maggiore rispetto alle proiezioni alle medesime scadenze temporali a livello troposferico perché molto meno soggette alle variabili inerenti i livelli più bassi (minor turbolenza dovuta alla vorticità “sinottica”, assenza di ostacoli orografici , aria molto meno stratificata).
Tutti elementi quelli descritti, che lasciano presupporre ad un alta probabilità di accadimento di un importante evento invernale e che potrebbe rivestire caratteri di storicità, durante l’ultima decade del corrente mese;
dando delle percentuali di realizzazione, potremmo attribuire un 40% di probabilità per un evento “storico” così come lascerebbero intendere gli ultimi aggiornamenti “modellistici” ed un restante 60% per, comunque, una terza decade piuttosto fredda e dinamica con diverse occasioni per fenomenologia di tipo nevoso sul comparto centro-meridionale europeo.
Escluderemo quasi del tutto la possibilità dell’affermazione di un regime anticiclonico e/o di un regime “zonale” pilotato dalla semipermanente d’Islanda.